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Crif, Pmi asset ad alto rischio

Serve supporto e incentivo a governance e trasparenza

(ANSA) - MILANO, 9 FEB - Le Pmi "godono dell'attenzione del mercato da un lato, grazie ai PIR, e del legislatore dall'altra; il momento è positivo ma rimane un' 'asset class' ad alto rischio". L'avvertimento arriva da Crif Ratings, agenzia di rating per imprese non finanziarie. "Il segreto del successo dei Pir è da ricercarsi principalmente nel beneficio fiscale derivante dall'investimento, praticamente tax free se mantenuto almeno per cinque anni - sottolinea Francesca Fraulo Managing Director di CRIF Ratings - tuttavia da solo non compensa i rischi del sottostante". Significa che "il rendimento complessivo a scadenza è determinato dalle performances dei titoli presenti nel paniere, e la rischiosità dei titoli sottostanti non è un fattore da sottovalutare" spiega. I Piani Individuali di Risparmio "hanno riscosso in 12 mesi un successo superiore alle aspettative - ricorda Crif in una nota - circa 10 miliardi di euro di raccolta nel 2017 cifra destinata ad aumentare fino a 12,5 miliardi nel 2018 secondo le previsioni dei principali gestori". Una percentuale almeno pari al 21% del totale deve essere investito in titoli azionari e/o obbligazionari di imprese che non ricadono nell'indice di borsa del listino principale (FTSE Mib), ovvero nel capitale di imprese di piccola e media dimensione. Questo ha riversato un significativo volume di acquisti sui titoli negoziati su AIM Italia che hanno subito un incremento di valore vicino al 20% dall'inizio del 2017. Il numero delle matricole giunte sul mercato è raddoppiato rispetto al 2016 e la pipeline per il 2018 suggerisce che anche questo primato sarà superato. "Occorre valutare quanto dell'incremento di valore sia slegato dall'effetto traino dei PIR" - prosegue Fraulo - "cosa che sarà più chiara usufruendo dei dati di bilancio del 2017". I mercati secondari sono al centro di grande attenzione e per le Pmi sono stati semplificati i profili informativi e regolamentari diretti a garantire disciplina e trasparenza degli emittenti. "Un regime di semplificazione che può facilmente diventare il paravento per celare le vulnerabilità più comuni a queste imprese, tutte riconducibili alla governance o all'assenza di questa, che da sola può innescare il deterioramento della performance del titolo e, pregiudicare il rendimento dell'investimento complessivo oltre che potenzialmente determinare casi di abusi di mercato". "Accanto alle iniziative di incentivo e supporto alle PMI per incrementare la numerosità delle quotazioni (IPOs) che a livello europeo nel 2016 erano appena la metà di quelle registrate nel periodo pre-crisi, si suggerisce di attivare altrettante misure di incentivo e supporto alla diffusione di best practices nel capitolo della corporate governance e della trasparenza, altrimenti si rischia sì di incrementare il bacino potenziale di investimento (vedi le soglie di eleggibilità dei PIR) ma, allo stesso tempo di innescare pericolose dinamiche di esposizione al rischio non coerenti con il profilo di propensione dell'investitore retail dello strumento PIR" conclude Fraulo.
    (ANSA).
   

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