(ANSA) - MILANO, 21 LUG - E' boom in Borsa per i Pir, i piani
individuali di risparmio pensati per veicolare la raccolta verso
le piccole e medie imprese. Tuttavia c'e' attenzione, fin
dall'inizio, su quello che puo' essere il rischio 'bolla' con
un'offerta che non riesca a coprire la domanda e prezzi fuori
controllo. L'Assosim in questo senso ha messo in guardia dal
rischio di sopravvalutazione dei valori di mercato delle Mid
Cap. "E' prematuro parlare di bolla: le opzioni sono
interessanti e c'e' spazio per una crescita controllata",
sottolinea un operatore di un primario asset management.
La crescita dei listini piu' piccoli c'e' ed e' evidente. Da
inizio anno, quando e' entrata in campo questa nuova
opportunita'
di investimento, il Ftse Small Cap e' salito del 27%, l'Aim
Italia del 23% mentre il Ftse Mib e' rimasto a +12 per cento. Di
fatto l'indice delle blue chip e' stato doppiato.
Se si va poi a guardare nel dettaglio il mercato di Borsa
Italiana dedicato alle pmi ad alto potenziale di crescita o, i 3
settori con la migliore performance sono quelli di Servizi
(+162%), Telecomunicazioni (107%) e Industria (+96%). Nella
sostanza l'Aim Italia e' un listino molto 'Pir compliant' che
grazie a questo nuovo strumento, secondo una recente ricerca di
Ir Top, ha visto crescere la propria capitalizzazione di oltre
il 60%. A darne la misura e' anche l'incremento del 155% in
termini di controvalore totale scambiato nei primi 6 mesi del
2017 rispetto all'intero 2016. L'effetto Pir "ha generato un
selettivo afflusso di risorse sui titoli small cap gia' quotati
e
che potra' favorire - sottolinea Anna Lambiase, A.d di Ir Top -
nuove operazioni di Ipo e di secondario".
Per rendere un'idea dell'andamento dei Pir a fine aprile sono
3 i miliardi gia' raccolti. Le stime Mef guardano a 10 miliardi
di euro per l'anno. Piazza Affari ha poi lanciato 6 nuovi indici
della famiglia 'Ftse Pir' in collaborazione con Russel. Gli
indici Pir si differenziano dai tradizionali indici di Piazza
Affari perche' raccolgono soltanto i titoli di societa' che
possono essere incluse nei piani individuali di risparmio. Sono
escluse quindi le societa' straniere, che per definizione non
possono far parte dei Pir, nati per favorire gli investimenti in
societa' italiane, specialmente di piccole e medie dimensioni. I
pir rappresentano comunque un'opportunita' in piu' per gli
imprenditori ed e' "importante - ha sottolineato di recente il
presidente di Assogestioni, Tommaso Corcos - che imparino a
conoscerli e a utilizzarli come canale di finanziamento
alternativo al sistema bancario".(ANSA).