Il rapporto tra il mondo del lavoro e delle donne torna in primo piano in occasione della festa delle donne. Secondo i dati diffusi da Confesercenti, nel Belpaese lavora il 54,3% delle madri, mentre nel Sud la percentuale scende al 37,4%, contro il 61% rilevato nelle regioni del centro e del nord Italia. Più svantaggiate le donne lavoratrici indipendenti: in Italia ha un impiego solo il 15,7% delle imprenditrici e delle professioniste con un figlio. "Investire sulle donne non è solo questione di pari opportunità ma è straordinaria opportunità di crescita", ha rimarcato la presidente di Impresa Donne, Patrizia De Luise. In Italia, si sfrutta ancora al minimo il ricco potenziale offerto dalle donne nel lavoro: come rileva l'Istat, il tasso di occupazione femminile è ancora fermo al 46%, contro una media Ue27 del 58,6 per cento. Un gap che si approfondisce nel confronto tra il Nord ed il Sud del Paese, soprattutto per quanto riguarda le donne con uno o più figli. Nonostante la situazione di svantaggio, l'occupazione femminile ha mostrato in questi anni una maggiore ‘tenuta', con un calo minore rispetto a quella maschile: -1,3% contro il -8,2% nell'ultimo biennio 2013-2014. Ma il contributo principale di questa ‘resistenza' occupazionale ‘rosa' viene dalla presenza di lavoratrici straniere e dalle occupate over 50, soprattutto in seguito all'aumento dell'età pensionabile delle donne introdotto dalla riforma Fornero. "Il problema della mancata valorizzazione del capitale umano e occupazionale rappresentato dalle donne, soprattutto quelle più giovani - sottolinea De Luise - con l'enorme potenziale di idee, talento, creatività ed energia si traduce nella perdita di una fonte straordinaria di crescita. Non si tratta solo di una questione di pari opportunità : investire sulla educazione, formazione ed inserimento delle donne nel mondo del lavoro e nei ruoli decisionali, rappresenta una strategia economica vantaggiosa e di successo per ridare slancio alla competitività e produttività del nostro Paese. Va ricordato che se per spiegare il 50% dell'occupazione maschile occorrono 51 professioni, per dare conto di quella femminile ne sono sufficienti 18: bisogna abbattere, una volta per tutte, le barriere culturali che ostacolano il pieno raggiungimento della parità donna-uomo nella società in generale e nel mondo del lavoro in particolare".