Settimana da incorniciare per
Piazza Affari, spinta con le altre Borse dalle banche centrali
che hanno tranquillizzato i mercati e favorita dal calo della
tensione sui titoli di Stato. Il listino milanese ritocca
nuovamente i massimi degli ultimi tredici anni: l'indice Ftse
Mib è salito dell'1% netto finale a 27.795 punti, l'Ftse All
share è cresciuto dello 0,90% oltre quota 30mila punti,
esattamente a 30.484.
I mercati azionari del Vecchio continente proseguono la loro
corsa in parallelo a Wall street e, con Milano, anche Madrid è
salita di un punto percentuale sul calo dei rendimenti sul
debito pubblico. Parigi ha segnato invece un aumento finale
dello 0,7%, sufficiente comunque a superare per la prima volta
in chiusura con l'indice Cac 40 la soglia dei 7mila punti,
ritoccando ancora il suo massimo storico. Più caute Francoforte,
comunque anch'essa ai livelli più alti di sempre, e Londra, con
l'indice Ftse 100 ai massimi dal febbraio 2020, cioè dall'inizio
del crollo per la pandemia Covid.
Piazza Affari come detto ha guardato anche allo spread tra Btp e
Bund tedeschi attorno a quota 115 e il rendimento del prodotto
del Tesoro sotto la soglia dello 0,9%, con tutto il settore
finanziario in salute. Banco Bpm, soprattutto sui conti positivi
dei nove mesi e il nuovo piano d'impresa, è salita del 5% a 2,9
euro, con Nexi e Banca Generali cresciuta del 3,2%. Intesa ha
segnato un aumento in linea con gli indici generali, un po' più
cauta Unicredit (+0,6%) con Mps piatta.
Discorso a parte per Tim, che ha chiuso in rialzo del 4,7% a
0,34 euro dopo aver toccato un massimo nel corso della giornata
a 35 centesimi, con ricoperture scattate dopo i rumors sulla
riapertura del dossier Open Fiber e ora sul possibile interesse
del fondo Kkr per investire maggiormente in Fibercop. Tra i
titoli principali qualche vendita su Leonardo (-1,4%), mentre è
scivolata del 5,4% a 182,5 euro la sempre volatile Diasorin.
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