Le Borse asiatiche iniziano male la
settimana, con gli indici in deciso ribasso mentre gli
investitori guardano agli sviluppi della crisi del colosso
immobiliare cinese Evergrande e le preoccupazioni
sull'inflazione tengono banco. Tokyo ha chiuso in calo dell'1,1%
mentre Hong Kong sta cedendo il 2,1%. Chiuse per festività le
Borse cinesi, al pari di Seul. In controtendenza invece Sydney,
salita dell'1,3%.
Settembre è stato per i mercati il mese peggiore da marzo
2020 a causa dei timori sul caro-prezzi, sulle interruzioni
della supply-chain, sulla crisi energetica e sui riflessi che
questi fattori avranno sulla crescita. Il petrolio è in lieve
calo (-0,3% sia il wti che il brent, rispettivamente a 75,6 e 79
dollari) in attesa della riunione dell'Opec+, che oggi valuterà
un aumento della produzione allo scopo di allentare la pressione
sui prezzi del greggio.
I mercati restano sotto tensione per la situazione di
Evergrande, a rischio di default in occasione di ogni scadenza
debitoria. La sospensione della azioni dalle contrattazioni alla
Borsa di Honk Kong ha preoccupato i mercati anche se Evergrande
ha successivamente comunicato che il congelamento è stato deciso
in attesa di una comunicazione su una "importante transazione"
che la piattaforma finanziaria Cainian ha identificato nella
cessione per 5,1 miliardi di dollari del 51% della controllata
Evergrande Property Services Group a Hopson Development
Holdings.
Pochi i dati macro attesi oggi: dagli Usa quelli sugli ordini
di fabbrica e sui beni durevoli di agosto mentre in Europa verrà
diffuso l'indice Sentix di ottobre sulla fiducia degli
investitori.
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