I timori di un rialzo a breve dei
prezzi dell'energia e l'allarme inflazione del presidente della
Fed Powell sono stati un cocktail indigesto per le Borse
europee, con una seduta fortemente negativa ovviamente anche per
Milano: l'indice Ftse Mib ha infatti concluso in calo del 2,14%
a 25.573 punti, sui minimi della giornata, l'Ftse All share in
ribasso del 2,22% a quota 28.056.
Nel Vecchio continente la Borsa peggiore è stata comunque quella
di Madrid con un calo finale del 2,6%, seguita da Parigi e
Francoforte in ribasso del 2,1%, mentre ha tentato di limitare i
danni Londra, che ha ceduto mezzo punto percentuale.
La pessima giornata dei listini azionari europei si è tradotta
in una perdita di circa 215 miliardi di euro di
capitalizzazione per i 600 principali gruppi continentali, con
tensioni anche nei titoli di Stato, in scia a quelli
statunitensi. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni ha
chiuso infatti la seduta a 105 punti base, in aumento di sei
'basis point' rispetto alla conclusione della vigilia, con un
tasso finale per il prodotto del Tesoro allo 0,85%.
In questo clima, in Piazza Affari tra i titoli a maggiore
capitalizzazione i più pesanti sono stati Amplifon e Stm,
entrambi in calo di oltre cinque punti percentuali. Nexi ha
perso il 4,1%, mentre Unicredit ha ceduto il 3,9% a quota 11
euro. Nel settore bancario, Mps ha perso meno dell'indice
generale con un ribasso finale dell'1,7% tenendo la soglia
psicologica di un euro, mentre è scivolata pesantemente Carige:
-6,8% finale ai minimi dal suo ritorno in Borsa.
Nel paniere principale solo un titolo è riuscito a chiudere in
positivo: è Eni che, anche sulle prospettive del prezzo del
petrolio, ha chiuso in aumento dello 0,7% a 11,2 euro.
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