Finale di settimana in caduta per
Piazza Affari (-1,9%), in linea con le altre principali Borse
europee e con l'andamento di Wall Street, dopo che la sera
precedente le prospettive date dalla Fed di un rialzo dei tassi
prima del 2023 aveva già indebolito i mercati. A Milano, dove lo
spread Btp-Bund ha chiuso in rialzo a 107,3 punti, col
rendimento del decennale italiano salito allo 0,87%, le banche
hanno patito parecchio. Male Unicredit (-4,3%), Intesa (-3%) e
Bper (-2,2%), un po' meno Fineco (-1,8%) e Banco Bpm (-1,3%).
Peggiore del Ftse Mib è stata Stm (-4,4%) per i semiconduttori,
il giorno dopo che la carenza di microchip ha portato anche a
chiusure di stabilimenti di noti marchi di auto. E a questo
proposito, il comparto è andato male, con Stellantis (-2,9%)
pienamente in scia alle altre aziende europee. Giù anche Cnh
(-3%). Niente di buono per i petroliferi, nonostante il greggio
in rialzo (wti +0,8%) a 71,6 dollari al barile. Male Eni
(-2,9%), Saipem (-1,8%) e nell'impiantistica Tenaris (-1,6%).
Tra i titoli pesanti Pirelli e Poste (-2,5% entrambi), qualcosa
di meglio Tim (-1,9%) e Atlantia (-1,4%). Nel complesso in
controtendenza il lusso, anche se è andata in rosso Moncler
(-0,8%) e, tra i titoli a minore capitalizzazione la chiusura è
piatta per Ferragamo (+0,08%), mentre ha guadagnato Cucinelli
(+1,3%) e ha continuato la corsa iniziata in mattinata Tod's
(+13,3%), spinta anche dai commenti rialzisti di Ubs sul
comparto a una conferenza, a cui ha presenziato.
Nell'abbigliamento male Ovs (-6,7%), nonostante i conti in
miglioramento.
Tra i farmaceutici è andata bene a Diasorin (+1%) e hanno
tenuto abbastanza le utility, in particolare A2a (+0,03%), un
po' meno Italgas (-0,3%) e Hera (-0,4%).
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