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Ri-Pescato, pesce illegale diventa cibo per enti caritatevoli

Ri-Pescato, pesce illegale diventa cibo per enti caritatevoli

Progetto Intesa Sanpaolo-Banco Alimentare per il mercato solidale

26 settembre 2020, 12:30

Redazione ANSA

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Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, alla presentazione presso il MAAS di Catania - RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, alla presentazione presso il  MAAS di Catania - RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, alla presentazione presso il MAAS di Catania - RIPRODUZIONE RISERVATA

Circa 83.000 pasti distribuiti a persone bisognose grazie al recupero di oltre 12.000 chili di pescato di frodo. E' il bilancio dei primi 18 mesi di attività del progetto 'Ri-Pescato: dal mercato illegale al mercato solidale', iniziativa di respiro nazionale e unico in Europa, attiva in Sicilia, promossa e sostenuta da Intesa Sanpaolo e Banco Alimentare, presentata ai Maas di Catania.  "Quando mi è stata raccontata questa iniziativa da Banca Intesa ho detto subito di sì perché mi è sembrata una delle testimonianze più efficaci di cosa è il nostro Paese. Un progetto come questo che mette insieme legalità e solidarietà non può non diventare un modello: è l'esempio, in piccolo, di come l'Italia, in grande, è riuscita a compiere un miracolo che ora dobbiamo mantenere". Lo ha detto il ministro agli Affari regionali e alle Autonomie, Francesco Boccia, partecipando a Catania alla presentazione del progetto 'Ri-Pescato' di banca Intesa Sanpaolo e Banco Alimentare per recuperare e lavorare il pesce sequestrato da distribuire, dopo i necessari controlli, a enti caritatevoli. Il ministro ha annunciato che porterà il progetto all'attenzione del governo in sede di Consiglio dei ministri e che ne parlerà con i presidenti di Regione per estendere l'esperienza che al momento è presente in Sicilia.

 

 

Il progetto, che ha l'obiettivo di impedire che un prodotto prezioso come il pesce sia sprecato e possa invece nutrire chi si trova in difficoltà, è realizzato grazie al lavoro congiunto di Capitanerie di Porto siciliane, Mercati agro alimentari Sicilia, dipartimenti di prevenzione veterinaria di Catania e di Palermo, istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, ed enti caritativi convenzionati con la rete del Banco Alimentare.

L'attività si articola in diverse fasi. Il prodotto, dopo la confisca, viene conservato in celle frigorifere idonee, fino alla certificazione di idoneità al consumo umano da parte dell'Asp entro 24-48 ore. Successivamente viene trasferito con appositi furgoni refrigerati nelle cooperative locali per essere lavorato, congelato e infine distribuito alle organizzazioni caritative siciliane. L'impatto sociale e i benefici del progetto riguardano il contenimento dello spreco alimentare, la tutela della salute, il rispetto dei valori di legalità (potrebbe essere immesso sul mercato illegalmente), la salvaguardia dell'economia del territorio e dell'occupazione. Lo sviluppo del progetto e del suo innovativo modello di recupero potrà essere esteso dalla Sicilia ad altre Regioni costiere in Italia nei prossimi mesi, raggiungendo alcuni tra i più importanti obiettivi di sviluppo sostenibile dell'agenda Onu 2030.

Ri-Pescato, inoltre, si candida ad essere une delle migliori best practice nell'ambito della prima 'Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari' (International Day of Awareness for Food losses and waste) istituita dalle Nazioni Unite il 29 settembre per sensibilizzare la popolazione mondiale sull'importanza di questa tematica.

Monceri, 'Ri-Pescato conferma l'impegno inclusivo di Intesa' - "Progetti come 'Ri-Pescato' confermano l'impegno del Gruppo nel ruolo di motore per lo sviluppo sostenibile e inclusivo", afferma Pierluigi Monceri, direttore regionale Lazio, Sardegna, Sicilia, Abruzzo e Molise di Intesa Sanpaolo partecipando ai Maas di Catania alla presentazione dell'iniziativa.

Ai lavori hanno partecipato anche il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il direttore generale di Banco alimentare Giuseppe Parma e il presidente della Società italiana di medicina veterinaria preventiva Antonio Sorace. "La nostra banca - aggiunge Monceri - si dimostra ancora una volta particolarmente sensibile ai temi della coesione sociale e della riduzione delle disuguaglianze. Una sensibilità accompagnata dall'attenzione verso le esigenze del territorio e del suo tessuto produttivo. In questo delicato periodo continuiamo a supportare le imprese e le famiglie siciliane, favorendo 16 accordi di filiera e garantendo la liquidità necessaria. Stiamo sostenendo le aziende del turismo, dell'agroalimentare e del farmaceutico, settori strategici per un reale rilancio dell'economia regionale". "Anche nel comparto costruzioni - ricorda Monceri - siamo in prima linea con un'offerta dedicata a tutti i destinatari delle agevolazioni fiscali edilizie previste dal Decreto Rilancio".

Jacobs, iniziativa solidale sfidante per Intesa -  "Siamo molto contenti di questo nuovo intervento che ci vede ancora una volta insieme al Banco Alimentare. Dopo l'accordo di collaborazione quadriennale e il sostegno al progetto Siticibo che ci hanno permesso di offrire milioni di pasti alle persone in difficoltà, questa iniziativa originale e innovativa rafforza l'impegno della Banca a favore delle persone in stato di bisogno, così come previsto dal Piano d'Impresa", ha detto Elena Jacobs, responsabile Valorizzazione del sociale e Relazioni con le università di Intesa Sanpaolo.  "Un progetto complesso, sfidante - ha aggiunto - che ci ha consentito, attraverso il lavoro sinergico di una pluralità di soggetti locali, pubblici e privati -di raggiungere numerosi obiettivi SDGs dell'agenda 2030 Onu: contrasto alla povertà, riduzione delle disuguaglianze, tutela della salute, salvaguardia ambientale, contenimento dello spreco alimentare e sostegno al lavoro dignitoso e alla crescita economica". 

Coldiretti,ok modello Sicilia, ad indigenti pesce confiscato - Destinare agli indigenti anche le 10 tonnellate di pesce illegale confiscate ogni anno in Italia, estendendo il modello Sicilia alle altre regioni costiere. A proporlo è il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, alla presentazione del progetto. Con l'aggravarsi della situazione in autunno per le conseguenze dell'emergenza Covid-19, Prandini ha fatto sapere che saliranno a 4 milioni i poveri costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari. Salvare il cibo sequestrato sul mercato illegale per destinarlo agli indigenti, sottolinea la Coldiretti, è un contributo importante anche alla riduzione degli sprechi. "Il progetto rappresenta anche un contributo alla lotta contro il cibo illegale per la quale è importante la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme risalenti anche agli inizi del 1900", ha concluso Prandini nel chiedere che anche sul pesce "occorre garantire la trasparenza dell'informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l'obbligo dell'indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria "carta del pesce'". 

"Tanti dei nostri comparti hanno vissuto un periodo di sofferenza, soprattutto quelli legati alle esportazioni come il settore vitivinicolo o quelli ortofrutticolo e del florovivaismo che nei mesi iniziali del Covid hanno perso quasi totalmente il mercato", ha detto ancora Prandini. "L'iniziativa di oggi - ha aggiunto - è particolarmente significativa perché fornisce una risposta concreta di fronte all'impoverimento medio dei nostri cittadini e alla difficoltà di reperire cibo per quasi 4 milioni di italiani. Con il progetto Ri-Pescato interveniamo sul tema dello spreco trasformando una criticità in un'opportunità a beneficio di chi ha più bisogno". 

Sorice, progetto virtuoso, è sociale e solidale  - "Il progetto Ri-Pescato è particolarmente virtuoso, ed ha una funzione che è insieme sociale e solidale perché accompagna all'azione di contrasto all'illegalità, e quindi all'aspetto repressivo, l'azione solidale, legata alla donazione del pesce sequestrato, con un effetto moltiplicatore che si ripercuote positivamente lungo tutta la filiera del recupero", ha affermato Antonio Sorice, presidente della Società italiana di medicina veterinaria preventiva, alla presentazione, ai Maas di Catania, dell'iniziativa organizzata e promossa da Intesa Santapaolo assieme al Banco alimentare per recuperare e lavorare il pesce sequestrato da distribuire, dopo i necessari controlli, a enti caritatevoli.

"Ancora una volta - ha sottolineato Sorice - i medici veterinari di sanità pubblica svolgono il ruolo di facilitatori del processo, fungendo da raccordo tra l'azione delle Capitanerie di Porto, che intervengono al momento del sequestro, e quella del Banco Alimentare che in un momento successivo provvede alla distribuzione del pesce recuperato e commestibile agli Enti caritativi. Il medico veterinario interviene a supporto di tutto il percorso garantendo la sicurezza alimentare del pesce che, essendo un alimento facilmente deperibile, ha bisogno di particolari attenzioni e controlli in tutte le fasi che consentono il recupero e la donazione del pesce sequestrato: in quella del recupero, attraverso analisi e controlli svolti dai Dipartimenti di Prevenzione delle Asl e dell'Izs, in quella della conservazione legata al mantenimento della catena del freddo, alla fase del trattamento in strutture adeguate, alla distribuzione".

Banco Alimentare, con Ri-Pescato nuove possibilità di sostegno - Il direttore generale della Fondazione Banco Alimentare Giuseppe Parma, sottolinea come "la collaborazione con Intesa Sanpaolo ha radici storiche e negli ultimi anni si è ulteriormente sviluppata". "E' stata la stessa banca - ricorda Parma - a proporci la possibilità di finanziare progetti innovativi che potessero aprire nuove possibilità di sostegno alimentare per le persone in difficoltà, andando ad incidere anche su inclusione sociale e sui temi di economia circolare. Il sostegno di Intesa Sanpaolo per il Progetto RiPescato ha consentito una strutturazione dello stesso e l'impiego di risorse adeguate per la sua gestione. Come Banco Alimentare guardiamo a questo progetto come conferma della necessità di collaborazione tra profit e no-profit, che mettendo a disposizione l'uno dell'altro risorse, competenze ed idee possono lavorare insieme impattando positivamente sull'intera comunità. Una collaborazione come questa infatti potenzia la nostra mission e ci apre a nuove possibilità di progettazione e di sostegno alle persone in difficoltà". 

 

 

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