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Economia
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Senza lavoro ai minimi dal 2012 ma occupati al palo

Lontani livelli pre-crisi. Più fissi, meno autonomi e giù over50

La disoccupazione scende, toccando i minimi dal 2012, e in particolare cala quella giovanile, mai così bassa dal 2011, ma non aumenta il numero delle persone a lavoro. Dunque dopo la decisa crescita di giugno a luglio l'economia italiana non ha creato nuovi posti. Anche se dietro il dato generale c'è un aumento di chi ha un contratto alle dipendenze, soprattutto se a tempo indeterminato, e un calo degli autonomi. A sorpresa poi, cosa che non accadeva da tempo, diminuiscono gli occupati over50. L'aggiornamento dell'Istat vede quindi il tasso di senza lavoro contrarsi per la quarta volta consecutiva. Ora è al 9,7%. Ma restano lontani i livelli pre-crisi, nel 2007 il tasso scese fino al 5,8%.

Distante è anche l'Europa: nell'Ue a 19 ci si ferma al 7,5%. Stesso discorso vale per gli under25: il tasso scivola al 28,1% ma in epoca pre-crisi era quasi di dieci punti percentuali inferiore. Inoltre tra i giovanissimi sta aumentando l'inattività. Nella classe 15-24 salgono comunque anche gli occupati, pur se solo di dieci mila. Ma fa effetto la parallela decrescita degli ultracinquantenni (-18 mila in un mese) che magari sono andati in pensione anticipatamente. Alla base del ringiovanimento delle forze lavoro ci potrebbero anche essere spiegazioni stagionali. Certo il dato di giugno non basta a invertire la tendenze nell'occupazione registrata nell'ultimo anno, dove gli over50 fanno la parte del leone. In generale, a prescindere dalla questione anagrafica, il raffronto con giugno 2018 è positivo e ancor più lo è il 'bottino' degli ultimi tre mesi (+124 mila). C'è infatti da dire che la frenata nel numero di occupati dell'ultimo mese (-6 mila, tutti uomini) arriva dopo l'exploit di maggio. Non solo, il tasso di occupazione sale e segna un nuovo massimo storico (59,2%).

Un'apparente contraddizione questa, che deriva da fattori demografici. Nell'ultimo mese c'è stata un'erosione delle forze lavoro (-35 mila unità). Cosa a cui probabilmente ci si dovrà abituare, visto il declino demografico. La Cgil non si accontenta: "mancano ancora un milione di posti di lavoro". Sulla stessa linea la Cisl che lamenta la qualità dei rapporti di lavoro: "rispetto al 2007 mancano all'appello oltre 550 milioni di ore lavorate". Le forze al Governo leggono invece positivamente i dati dell'Istat. "Sono notizie che ci rendono felici", dice il vicepremier e titolare del Lavoro, Luigi Di Maio. Per il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, si stanno invece facendo sentire gli effetti di Quota 100, attiva da aprile.

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