ArcelorMittal deve "tener fede agli accordi". Il vicepremier Luigi Di Maio alza la voce contro l'azienda che appena sei mesi fa ha rilevato l'ex Ilva, firmando un'intesa per il rilancio che chiudeva una lunghissima vertenza, e che ora annuncia la cassa integrazione per circa 1.400 dipendenti. Mentre dal tavolo tra azienda e sindacati, a Taranto, trapela una piena disponibilità al confronto e a rivedersi per entrare anche nel merito dei numeri. La data dovrebbe essere l'11 giugno prossimo.
Per il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro è un altro patto non rispettato che si va ad aggiungere ai recenti casi di Whirlpool e Mercatone Uno: "Sono stufo di aziende che firmano gli accordi e poi non vi tengono fede". Per questo è pronto a bacchettare l'azienda pretendendo il rispetto dei patti: l'occasione sarà un tavolo che, annuncia Di Maio, è già in programma la prossima settimana al ministero. Anche se in realtà manca ancora una data e la convocazione ufficiale.
Al momento l'unico appuntamento sulla carta è quello di lunedì 10 in Confindustria per fare il punto sui primi cinque mesi dal passaggio dell'Ilva ad Arcelor. In attesa del faccia a faccia, l'azienda che ha sorpreso i sindacati annunciando la cig con un comunicato stampa, in una missiva ufficiale spiega ai rappresentanti dei lavoratori che le cause che hanno determinato l'avvio della procedura sono "riconducibili al progressivo deteriorarsi degli indicatori di mercato manifatturiero", con l'attività di impresa nel settore dell'acciaio che allo stato è "fortemente influenzata da una situazione di economia stagnante" e il mercato siderurgico che "ha registrato un progressivo rallentamento a partire dal primo trimestre dell'anno".
Per effetto di questa situazione ArcelorMittal ha deciso di avviare la cig ordinaria per un massimo di 1.395 dipendenti al giorno del siderurgico di Taranto, a partire dal primo luglio e per le successive 13 settimane. Non è però escluso che l'ammortizzatore possa essere prolungato: per l'azienda, infatti, "allo stato è ipotizzabile una ripresa del mercato e della domanda a valle" di questo periodo, fatta salva però "la verifica della necessità di eventuale proroga".
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