Il governo alza il tiro sul'Ilva e alla futura proprietà chiede di più: sia sul piano ambientale che su quello occupazionale. Le proposte avanzate da Arcelor Mittal al vecchio governo non bastano più e il nuovo ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ne chiede altre "fortemente migliorative". Dal punto di vista della tutela del lavoro, il piano presentato dalla società "non è in linea con le attese, servono garanzie certe", mentre per quanto riguarda l'ambiente anche se ci sono delle novità "non sono soddisfacenti", insiste il ministro che ricorda di voler tutelare contemporaneamente sia l'occupazione che il diritto dei tarantini a respirare.
Un atteggiamento, quello di Luigi Di Maio, che spacca i sindacati. L'aver chiesto all'azienda un cambio di posizione rispetto al passato trova d'accordo i metalmeccanici della Fiom Cgil e della Uilm, mentre la Fim Cisl resta distante. "Il tavolo di trattativa si era interrotto lo scorso 10 maggio proprio perché l'azienda non era disposta a cambiare posizione e per noi quelle condizioni erano irricevibili", ricorda il segretario generale della Fiom, Francesca Re David, a cui fa eco la Uilm di Rocco Palombella: "dobbiamo lavorare per raggiungere un'intesa, se il governo vuole modificare il piano industriale e quello ambientale migliorandoli, noi non possiamo che essere d'accordo".
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