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Dazi: consenso parziale Cina-Usa, ma grandi differenze

Dazi: consenso parziale Cina-Usa, ma grandi differenze

Media Pechino, meccanismo di lavoro per 'strette comunicazioni'

04 maggio 2018, 14:33

Redazione ANSA

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Donald J. Trump © ANSA/EPA

Donald J. Trump © ANSA/EPA
Donald J. Trump © ANSA/EPA

Cina e Stati Uniti hanno raggiunto un consenso su alcune questioni commerciali, concordando di dare vita a un meccanismo di lavoro per tenere strette comunicazioni all'interno dei negoziati destinati a continuare. Le parti, in base a quanto riferito dai media di Pechino sugli incontri di due giorni di alto livello che si concludono oggi, hanno riconosciuto l'esistenza di "grandi differenze" su alcuni punti.

Le parti hanno discusso sui passi da prendere per espandere le esportazioni Usa verso la Cina, gli scambi bilaterali nel settore dei servizi, gli investimenti, la protezione della proprietà intellettuale, e su come risolvere il problema delle misure tariffarie e non tariffarie. Un ampio scambio di opinioni che ha permesso "di raggiungere un certo consenso in alcune aree", ha riferito l'agenzia Nuova Cina, senza però fornire elementi più dettagliati. Le parti, inoltre, hanno concordato sul fatto che lo sviluppo sano e stabile delle relazioni economiche e commerciali sino-americane è molto importante così come lo è affrontare i nodi relativi al commercio attraverso il dialogo e le consultazioni. Dopo il round negoziale, Cina e Usa "hanno riconosciuto che ci sono ancora grandi differenze su alcune questioni" dovendo continuare a intensificare il lavoro e fare ulteriori progressi. A tale scopo, è stato convenuto di continuare a mantenere una stretta comunicazione sulle questioni rilevanti stabilendo un meccanismo di lavoro corrispondente.

Il ministero del Commercio cinese ha riferito che la delegazione Usa a Pechino per i negoziati su dazi e commercio ha convenuto di sollevare al presidente Donald Trump le sue obiezioni sulle sanzioni contro ZTE, il colosso degli impianti e degli equipaggiamenti tlc, decise dalle autorità americane per il mancato adempimento agli obblighi concordati dopo l'export di beni verso Iran e Corea del Nord. La società, che non potrà importare componenti Usa per 7 anni, ha ventilato addirittura l'ipotesi di fallimento.

Ue rallenta la crescita, ora il rischio viene dai dazi - L'orizzonte economico dell'eurozona resta "roseo", ma all'orizzonte si profila la guerra dei dazi Usa che, con il protezionismo, costituisce "il rischio più grande" per la crescita europea. Questa, infatti, anche se resta "forte", è già in fase di leggero rallentamento, con un pil che, dopo il record decennale del 2,4% toccato nel 2017, per il 2018 vede già un 2,3% e il 2% per il 2019. E' il quadro tracciato dalle previsioni economiche di primavera della Commissione Ue, secondo cui "un'escalation del protezionismo commerciale presenta senza ambiguità rischi negativi per le previsioni economiche globali" e "per la sua apertura, l'eurozona sarebbe particolarmente vulnerabile". Se dovesse arrivare un nuovo shock economico, però, la situazione sarebbe diversa dal 2008: per la prima volta nella storia dell'Unione economica e monetaria, nel 2018 tutti i Paesi, anche gli ultimi refrattari come Spagna, Francia e Portogallo - la Grecia ha addirittura un avanzo dello 0,4% - saranno sotto la barra del 3% di deficit. L'Italia, che pure rispetta il tetto dal 2013, ha però a differenza degli altri lo squilibrio del debito pubblico (dopo il picco del 131,8%, ora scenderà a 130,7%) che la espone di più ai rischi di eventuali turbolenze sui mercati. Anche sul fronte del lavoro l'Italia è più debole rispetto agli altri, con il terzo tasso di disoccupazione più alto (10,8% nel 2018, dietro Grecia e Spagna) a fronte del ritorno a livelli pre-crisi per l'eurozona (8,4%) e del record assoluto di occupazione dall'introduzione dell'euro. "Restano alcune sacche sui mercati del lavoro", avverte infatti Bruxelles, in alcuni Paesi "la disoccupazione è ancora alta, in altri i posti lavoro stanno già diventando più difficili da riempire". Da qui il monito del commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici: "non è il momento di sedersi e rilassarsi", ha avvertito, ma al contrario è il momento per una riforma "ambiziosa" dell'eurozona per renderla più "resiliente" e misure che "consolidino la crescita e rimuovano colli di bottiglia".


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