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>>>ANSA/ Scontro Calenda-Emiliano. Per Ilva spettro chiusura

Limite 9 gennaio.Governatore,ministro isterico.Ad ambiente 40mln

(di Maria Chiara Furlò) (ANSA) - ROMA, 20 DIC - Il tavolo istituzionale sull'Ilva di Taranto non era ancora cominciato, eppure sembravano già tutti d'accordo. "Speriamo che sia un incontro costruttivo", dicevano ministro, presidente della Regione e sindacati prima di entrare al ministero dello Sviluppo economico, manifestando la volontà di riavvicinarsi dopo la rottura causata dal ricorso degli enti locali contro il Piano Ambientale del governo. Peccato però che, nonostante i migliori auspici, l'epilogo della giornata sia stato tutt'altro che positivo. Fra meno di un mese, infatti, potrebbe iniziare a chiudere l'Ilva. A lanciare l'allarme è il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, secondo il quale, se la misura cautelare presentata da comune di Taranto e regione Puglia insieme al ricorso venisse accolta dal Tar il 9 gennaio, non ci sarebbe nient'altro da fare che cominciare a spegnere l'acciaieria. Se gli enti locali non ritirano il ricorso "il tavolo è concluso" tuona il ministro aggiungendo che sebbene si possa andare avanti nella trattativa con l'investitore, nel momento in cui questo ponesse come condizione quella di costruire un'addenda contrattuale con una garanzia statale: "non posso fare assumere allo Stato una responsabilità di 2,2 miliardi di euro per pagare il conto del ricorso". Entrando più nel dettaglio, Calenda ha spiegato che con il ritiro della sola misura cautelare (su cui si sono mostrati disponibili sia il sindaco Rinaldo Melucci che il governatore Michele Emiliano) e non di tutto il ricorso, c’è la possibilità che il giudice - anche tra 2-3 anni- renda nullo il Piano Ambientale. Questo porterebbe gli investitori, ossia Am Investco Italy, a chiedere allo Stato una garanzia sui soldi investiti e che potrebbero andar persi, appunto una cifra di 2,2 miliardi di euro. Per Michele Emiliano però, le obiezioni del ministro "sono tutte sciocchezze, non è affatto vero che il ricorso blocchi alcunché", come pure "non è vero che ArcelorMittal (guida della cordata di Am Investco ndr) se ne va". Secondo il governatore pugliese, il tavolo istituzionale era cominciato e sarebbe andato avanti benissimo se al ministro Calenda non fosse venuta una vera e propria "crisi isterica", tale da fargli abbandonare la stessa riunione. Cronaca degli eventi che è stata però smentita dal ministro e dalla segretaria generale della Fiom-Cgil Francesca Re David, presente all'incontro. "Assolutamente no", ha risposto infatti la sindacalista a chi le chiedeva conferma della crisi di nervi del ministro, come pure ha definito "una follia" la proposta di Emiliano di continuare la trattiva sull'Ilva senza Calenda. Il fronte sindacale infatti si è mostrato ancora compatto sulle stesse posizioni del ministro, chiedendo di nuovo agli enti locali di ritirare il ricorso e di lasciare che la trattativa continui, a tutela dei 20mila lavoratori coinvolti, delle loro famiglie e dei cittadini di Taranto. Per questi ultimi comunque ci sono delle buone notizie. La copertura dei parchi minerari avverrà a prescindere dal ritiro del ricorso, anzi i lavori (che partiranno il primo febbraio) dureranno al massimo 24 mesi e non più 36. Inoltre, per il risanamento ambientale della città, il ministero dell'Ambiente e quello per la Coesione territoriale hanno previsto interventi per 40 milioni di euro.(ANSA).
   

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