Con l'80,26% su 2.133 voti (1.712), e circa il 17% di no (376), un po' meno della metà per delega, l'assemblea di ChiantiBanca ha approvato la proposta del cda per un'alleanza con Iccrea, abbandonando l'ipotesi di andare con Ccb votata invece nell'assemblea del maggio scorso. Gli astenuti sono stati 37, 8 le schede bianche e nulle.
In apertura dei lavori il presidente Cristiano Iacopozzi ha spiegato che al cda di ChiantiBanca sono arrivate due "diffide", una da Cassa Centrale Banca e una dai suoi legali "in cui si intima all'istituto" di non proporre strade diverse dall'alleanza con Ccb "per non creare danno" al gruppo trentino annunciando e minacciando l'avvio di ricorsi. Ricordando che la scelta definitiva, come previsto dalla direttiva di Bankitalia, sarà presa nell'assemblea del maggio prossimo, Iacopozzi si è chiesto quale "danno si farebbe se si decidesse di non partecipare a un gruppo in via di costituzione". "Minacce e avvocati non sono un buon biglietto da visita e soprattutto in terra Toscana. L'aspirante capogruppo parte con il piede sbagliato", ha concluso il presidente.Â
In assemblea ha confermato il suo voto contrario Lorenzo Bini Smaghi, che da presidente dell'istituto di San Casciano (Firenze), aveva proposto e fatto votare per l'alleanza con Ccb a maggio scorso. "Qual è il valore delle nostre azioni ora non lo sappiamo - ha aggiunto l'ex componente del board della Bce -: di certo sappiamo che non ci saranno dividendi nei prossimi anni e che non si possono vendere perchè il fondo per ricomprarle è esaurito. Per chi vuole recuperare qualche risparmio la sola speranza è che entrino nuovi soci e forniscano liquidità per consentire a loro di uscire. Ccb, sono convinto, dà più opportunità per attirare nuovi soci". Poi Bini Smaghi ha annunciato che, comunque, a maggio prossimo voterà per lo statuto "perchè altrimenti rischieremmo di perdere la licenza. Dobbiamo lavorare per la banca", ha concluso chiedendo chi ha detto che "Ccb vuole quotarsi in borsa e perchè invece Iccrea non potrebbe farlo".