L'istituzione di una Web Tax Ue sarà "un processo lungo" che dovrà passare attraverso un lavoro di concerto con l'Ocse e avrà bisogno di un compromesso politico dell'Europa sui temi centrali e oggetto di disputa: "stabile organizzazione", "soglie di fatturato" e "reddito netto". E' quanto spiega Carlo Galli, socio e responsabile del Dipartimento Fiscale di Clifford Chance in Italia alla vigilia del summit digitale di Tallin secondo cui è necessario un impegno politico in tal senso che vada anche oltre l'Europa per evitare "delle soluzioni locali che sarebbero aggirabili e controproducenti".
Galli sottolinea come, osservando quelle che sono le tre proposte sul tavolo nella Ue (fiscalità legata al fatturato, ritenuta alla fonte sul pagamento e imposta specifica su determinate attività) "è plausibile che si scelga di intervenire stabilendo delle soglie quantitative di fatturato prodotto in un paese" sopra le quali tassare l'impresa. Tuttavia "si dovrebbe trovare un sistema per tassare il solo reddito netto ed evitare comunque la doppia imposizione". Di certo, spiega l'esperto fiscale, non è possibile quantificare con esattezza un gettito presunto o mancato dei colossi del Web verso il fisco dei paesi europei: "è un numero molto difficile da determinare - sottolinea - e le stime circolate in questi mesi sono poco significative fino a quando non si individua la nuova forma di tassazione da applicare". In ogni caso, "è improbabile che le aziende multinazionali possano 'fuggire' o ridurre i loro investimenti in Europa per la presenza di una web tax".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA