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Addio a Francesco Ripandelli, l'ambasciatore di Mediobanca

A capo della sede di Roma, era l'uomo dei Palazzi che dava del 'tu' a Cuccia

Se ne va un altro degli uomini della 'vecchia' Mediobanca, quella che da Via Filodrammatici determinava gli equilibri del capitalismo italiano sotto la guida silente del fondatore Enrico Cuccia. E' scomparso all'età di 84 anni Francesco Ripandelli, a lungo responsabile della sede romana della banca d'affari, in cui era entrato nel 1964, poco più che trentenne. Un ruolo che ne aveva fatto un vero e proprio 'ambasciatore' di Mediobanca nei palazzi della Capitale ma anche un uomo 'chiave' ogni volta che si trattava di gestire operazioni fuori dall'Europa.

   Oltre mezzo secolo di servizio in Mediobanca avevano fatto di Francesco Ripandelli uno dei personaggi più vicini a Cuccia e uno dei pochi a potersi permettere di dare del 'tu' al banchiere, che accompagnava in ogni missione romana. A differenza di Cuccia, che si era dato la regola di non frequentare il mondo della politica, soprattutto romana, Ripandelli conosceva bene gli uomini chiave della Prima Repubblica. E da tutti, o quasi, era ascoltato e rispettato.

   Ma Ripandelli era uomo di assoluta fiducia anche del 'successore' di Cuccia, Vincenzo Maranghi, che lo portava con sé all'estero, per discutere operazioni in Russia, Iran o, ancora, in Africa. E quando il 'delfino' di Cuccia non poteva essere presente a Roma, capitava che Ripandelli lo sostituisse nella gestione di trattative anche complesse. Come Maranghi, ha lasciato Mediobanca nel 2003, pur continuando a lavorare in veste di consulente.

   Di lui si ricordano l'eleganza, la sensibilità al fascino femminile, una passione vera per i cavalli. A Morlupo, a nord di Roma, aveva una seconda casa che amava molto. Malato di cuore, addolorato da un grave lutto, ha frequentato l'ufficio fino a pochi mesi fa, in piazza di Spagna, dopo la vendita di Palazzo Orsini a Pippo Marra, l'editore di Adnkronos, che lo soffiò all'ex presidente di Generali, Antoine Bernheim, interessato a regalarlo alla figlia.

   Francesco Ripandelli è stato in stretti rapporti con l'ex governatore della Banca d'Italia, Guido Carli, ma anche con il grand commis Antonio Maccanico. Sempre interessato alle ultime notizie in arrivo dalla politica, di cui informava puntualmente Cuccia a Milano, dov'era di casa al Grand hotel et de Milan, di via Manzoni. Con la sua morte se ne va un altro pezzo della Mediobanca 'crocevia' dei destini delle grandi famiglie del capitalismo italiano. E con lui se ne vanno via - in silenzio, secondo l'antica regola della casa - segreti, vizi e virtù di un mondo che non c'è più.

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