Nel pubblico impiego gli aumenti contrattuali, 85euro mensili in media, saranno più 'generosi' con chi guadagna meno attraverso quello che potrebbe essere un meccanismo, per cui spinge il ministero della P.A, alla 'Robin Hood'. Ma il tutto sarebbe calibrato all'interno delle fasce retributive di ogni comparto, in modo da garantire incrementi per tutti, seppure graduati (di più a chi ha meno), in base a parametri certi. E' quanto emerge dopo la messa a punto della versione finale della direttiva sui rinnovi, già annunciata dalla ministra Marianna Madia.
   Come già stabilito nell'intesa del 30 novembre, tra ministero della P.A e sindacati, il sistema per la ripartizione degli 85euro medi di aumento è rimesso ai tavoli. Un primo incontro per tracciare la roadmap dei negoziati già c'è stato, entro luglio dovrebbe invece partire la trattativa vera e propria all'Aran, l'Agenzia che rappresenta il governo. E a fare da apripista dovrebbe essere il settore della Pubblica Amministrazione centrale (tra cui ministeri e agenzie fiscali). Tuttavia una strategia per consentire incrementi di stipendio inversamente proporzionali all'ammontare della busta paga, a piramide rovesciata, potrebbe essere ripresa da quanto già sperimentato con il bonus Irpef, che infatti decresce per i redditi più alti. Ciò permetterebbe anche di salvaguardare gli 80 euro per quella platea di dipendenti che sono a rischio di scavalcare il tetto (25mila euro) proprio a causa dei rinnovi. Insomma alle fasce basse andrebbero destinate risorse maggiori, magari anche doppie. Ma per evitare sproporzioni tra i 3 milioni di dipendenti pubblici, la distribuzione potrebbe essere modulata su fasce retributive (5 o 6).Â
  Â