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Istat: spesa famiglie sale ma resta sotto livelli 2011

Istat: spesa famiglie sale ma resta sotto livelli 2011

In 2016 +1% su 2015, a 2.524 euro.Ripresa consumi ritmo moderato

06 luglio 2017, 12:28

Redazione ANSA

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Cambia la 'dieta ' degli italiani, meno carne più frutta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cambia la  'dieta ' degli italiani, meno carne più frutta - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cambia la 'dieta ' degli italiani, meno carne più frutta - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Nel 2016 la spesa media mensile delle famiglie è stata pari a 2.524,38 euro, in rialzo dell'1,0% rispetto al 2015. Lo rileva l'Istat, spiegando che quindi "si consolida, ad un ritmo moderato, la fase di ripresa dei consumi", anche se il livello rimane ancora "al di sotto" di quello registrato nel 2011.

Nel 2016 "le famiglie residenti nei comuni centro di area metropolitana", ovvero nelle grandi città italiane, "spendono ogni mese, in media, 2.899,21 euro", ovvero il 10,2% in più rispetto ai 2.630,27 euro del 2015. Lo rileva l'Istat, sottolineando così un'impennata dei consumi per chi vive nei grandi centri urbani.

Cambia la 'dieta' degli italiani. A certificarlo è l'Istituto di statistica che, partendo dalla spesa media delle famiglie per l'alimentare (447,96 euro mensili nel 2016), rileva "una crescente attenzione a una più corretta alimentazione". La quota destinata alle carni, "pur restando la componente alimentare più importante, torna a diminuire" (-4,8% sul 2015). Invece aumenta la spesa per frutta (+3,1%). Ma i rialzi maggiori riguardano pesce e prodotti ittici (+9,5%). Tornano poi ai livelli pre-crisi le spese per servizi ricettivi e di ristorazione (+4,8%).

Si apre una voragine tra i livelli dei consumi registrati nelle grandi città e i valori rilevati sul resto del territorio. L'Istat, infatti, fa sapere che "si amplia nel 2016 il divario tra le città metropolitane e i comuni periferici delle aree metropolitane e quelli sopra i 50mila abitanti (circa 376 euro in media al mese da poco meno di 100 euro del 2015) e tra città metropolitane e altri comuni fino a 50mila abitanti (poco più di 491 euro da meno di 200 del 2015)". Per l'Istituto "la causa principale di questa dinamica è nella marcata crescita della spesa media mensile per beni e servizi non alimentari delle famiglie residenti nelle città metropolitane".

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