I principali titoli petroliferi
quotati nelle Borse europee segnano forti cali da inizio anno in
scia all'oro nero. Ieri a New York il petrolio ha toccato i
minimi da dieci mesi, con il Wti a 42,52 dollari al barile e del
20% sotto i minimi di gennaio. Pesano i timori che l'aumento
della produzione Usa terrà sotto pressione i prezzi, vanificando
il tentativo Opec di far risalire le quotazioni. La giornata sta
vedendo cauti rialzi, con i future sul petrolio risaliti dello
0,5% a 43,7 dollari al barile.
Se si guarda ai petroliferi italiani, Eni perde da inizio
anno il 12,4% (Piazza Affari fa +8,7%), Saipem lascia il 40,2%,
Tenaris il 21,6%. Sorridono solo Snam (+5,4%) e Italgas (+24%),
tornata a novembre in Borsa. In Europa, tra i titoli del
comparto sul paniere Stoxx 600, Total cede da gennaio il 10%,
Royal Dutch Shell il 10,4%, Bp il 10,8%, Repsol il 12,3%,
Statoil il 12,2%, Neste il 4,3%, Galp l'8,2%, Tullow il 45,2%,
Lundin il 14,4%, Koninklijke il 5,4%. Eccezione Omv (+36%) e
Lundin (+9,2%).
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