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Consip: Salvini, Marroni deve restare e parlare

Leader Lega, Ad non si deve dimettere. Augello, nostra mozione non decade. Ferrara e Ferrigno lasciano.

"Marroni deve parlare. Se ha sollevato dubbi su appalti, politica e sinistra deve poterlo dire e noi non accetteremo che venga silenziato". Lo dice Matteo Salvini della Lega che, a "L'intervista" di Maria Latella su Sky Tg 24 si dice "assolutamente contrario" a che l'ad Marroni "lasci la Consip, si dimetta". "Deve poter parlare - aggiunge - e dire se c'è stato qualcosa di illecito". "Non vorrei che azzerassero tutto perché c'è qualcuno che vuole parlare", conclude.

Augello, nostra mozione non decade - "Leggo sui giornali che a seguito delle dimissioni del Cda Consip si sarebbe scongiurato il voto della nostra mozione al Senato. In realtà non è così". Lo spiega il primo firmatario della mozione Andrea Augello (Idea). "Il fatto che si siano dimessi presidente e consigliere - osserva - determina lo scioglimento del Cda, tuttavia Marroni resta in carica fino alla convocazione dell'assemblea degli azionisti e c'è la possibilità che in quella sede le dimissioni vengano respinte. Del resto Padoan ha respinto già due volte quelle di Marroni. Lunedì decideremo il da farsi e martedì lo comunicheremo".  "Leggo con curiosità su alcuni quotidiani di oggi che a seguito delle dimissioni del Cda di Consip sarebbe stata scongiurata la votazione prevista per martedì mattina al Senato della nostra mozione", dichiara Augello. "In realtà - prosegue - le cose non stanno affatto così: il fatto che si siano dimessi il presidente e un consigliere di amministrazione determina, è vero, lo scioglimento del Cda, tuttavia non soltanto Marroni resta in carica fino alla convocazione dell'assemblea degli azionisti, ma sussiste anche la possibilità teorica che in quella sede le dimissioni vengano respinte. Può sembrare un paradosso, ma non sarebbe meno paradossale che Padoan accettasse queste due dimissioni dopo aver respinto per due volte quelle di Marroni. Discutere o non discutere la nostra mozione dipende dunque soltanto da una decisione politica di chi l'ha sottoscritta". "Come primo firmatario e presentatore, ritengo doveroso ringraziare tutti i senatori che con la loro firma hanno reso possibile l'azzeramento dei vertici della Consip: molti giornali oggi dimenticano che accanto alle firme di 'Idea' ci sono quelle di Forza Italia, della Lega, del Movimento 5 Stelle, del Gal, del gruppo misto, e persino di qualche senatore di maggioranza. Lunedì - conclude Augello - discuteremo con tutti questi colleghi il da farsi e martedì comunicheremo la nostra decisione".

Consip, via due consiglieri, Cda decade. Nodo mozioni - Azzerati i vertici della Consip. I due consiglieri del Tesoro, il presidente Luigi Ferrara e Marialaura Ferrigno, si sono infatti dimessi facendo così decadere l'intero board della società controllata dal Mef. Di conseguenza salta anche l'amministratore delegato Luigi Marroni, uno dei protagonisti dell'inchiesta sulla centrale acquisti della Pubblica Amministrazione e "accusatore" del ministro Lotti sulla rivelazione del segreto d'ufficio. Accuse che però il diretto interessato ha sempre respinto. Una vicenda finita al centro più volte della scenda politica e su cui martedì prossimo sono puntati i riflettori del Senato dove è all'ordine del giorno l'esame di alcune mozioni, a firma dell'opposizione ma anche del Pd, proprio contro il management. La scelta dei Democratici, che ieri hanno formalizzato un testo, è stata letta come un tentativo di 'salvare' proprio il ministro Lotti scaricando invece l'ad Marroni. Secondo quanto viene riferito, però, il governo, e in particolare il ministero dell'Economia, avrebbe scelto di far saltare il Consiglio di amministrazione della società innanzitutto per garantire il buon nome dell'azienda: ora infatti dovrà essere convocata a breve l'assemblea per la nomina dei nuovi vertici, compito che spetterà proprio all'Ad Marroni. La mossa di via XX Settembre non è detto però che riesca a scongiurare il confronto parlamentare. A tre mesi dal voto che ha respinto la mozione del M5S di sfiducia al ministro Luca Lotti, per le opposizioni, ma anche per Mdp è ancora il braccio destro di Matteo Renzi a essere sul banco degli imputati. E se è vero che le dimissioni dei vertici Consip potrebbero disinnescare la mina del voto delle mozioni che puntavano il dito contro il management, non è invece affatto scontato che siano cestinate anche le parti che toccano le responsabilità del titolare del dicastero dello sport. Gaetano Quagliariello e Andrea Augello, firmatari della mozione che ha innescato il nuovo dibattito all'interno dei partiti, faranno un punto lunedì quando decideranno se ritirare o meno il testo. Lo stesso faranno i Democratici e Mdp, che appunto a differenza degli altri chiede in modo netto la sospensione delle deleghe del ministro. Difficile comunque che l'Aula del Senato scelga di non affrontare tout court l'argomento: quindi, almeno una discussione in Assemblea dovrebbe essere assicurata.

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