I commissari straordinari dell'Ilva considerano la proposta di Am Investco Italy, formato da ArcelorMittal e Marcegaglia, l'offerta migliore per il rilancio dell'Ilva. Il parere è stato trasmesso al Mise che ha convocato per martedì i sindacati per aggiornarli "sull'attuazione della procedura di cessione degli impianti". L'offerta favorita prevede investimenti di oltre 2,3 miliardi oltre al prezzo d'acquisto, obiettivo di produzione di 9,5 milioni di tonnellate di prodotti finiti. Impegno a realizzare un centro di ricerca e sviluppo a Taranto. A queste cifre - già diffuse dalla cordata - si aggiunge il prezzo che Am Investco Italy avrebbe offerto per rilevare gli asset del gruppo siderurgico un tempo della famiglia Riva. La cifra, non ufficiale, dovrebbe essere di 1,8 miliardi e andrà a ristoro dei debiti Ilva in Amministrazione Straordinaria. Di recente Intesa Sanpaolo si è detto disponibile ad entrare nel consorzio. Disponibilità che oggi è diventata concreta. Il gruppo bancario dovrebbe entrare nel capitale del consorzio con una quota che dovrebbe variare fra 5 e 10%. Intesa diventa così azionista, non finanziatore del consorzio. "Ottima offerta sotto il profilo del piano ambientale, del piano industriale, della robustezza della finanziaria" dice il ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti. Battuta, almeno nella valutazione dei commissari, la cordata Acciaitalia che vedeva il gruppo Arvedi, il gruppo indiano Jindal, Delfin di Leonardo Del Vecchio e Cdp.