Per effetto della crisi la composizione delle attività finanziare, in cui sono convogliati circa 4mila miliardi di ricchezza delle famiglie, è tornata a spostarsi su "circolante e depositi bancari e postali, ridottisi fino al 20% del complesso delle attività all'inizio degli anni duemila ma cresciuti nuovamente negli ultimi anni fino a poco più del 30% (1.300 miliardi di euro), una quota simile a quella registrata alla fine degli anni Ottanta". Lo ha ricordato il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Il 10% è invece investito in bond e titoli Stato, come anni 50.(
"La Vigilanza non può sostituirsi ai risparmiatori nelle scelte che sono chiamati a fare per l'allocazione della propria ricchezza" e "l'educazione finanziaria è ovunque componente essenziale delle politiche di tutela del risparmio". Così il governatore di Banca d'Italia Ignazio Visco, sottolineando anche che l'azione della vigilanza "costituisce la forma principale di tutela del risparmio affidato alle banche", però "minimizza ma non può annullare la probabilità che una banca entri in crisi (anche per effetto di comportamenti illeciti, oltre che imprudenti).
Visco ha anche ricordato che, per effetto della crisi, di circa 4.000 miliardi di ricchezza delle famiglie è tornata a spostarsi su "circolante e depositi bancari e postali" poco più del 30% (1.300 miliardi di euro), "una quota simile a quella registrata alla fine degli anni Ottanta".
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