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Banche venete, per la Bce dossier appeso al negoziato Roma-Bruxelles

Apertura Francoforte alla fusione Vicenza-Veneto e al ruolo di Atlante

Nel continuo rimpallo fra Roma, Bruxelles e Francoforte sui salvataggi delle banche italiane, una cosa appare chiara: che il Monte dei Paschi di Siena è giudicata "solvibile" dalla Bce, come già detto due mesi fa e oggi confermato dalla responsabile della Vigilanza bancaria Daniele Nouy. E che "presto" si conoscerà l'ultimo tassello del rebus per salvare la banca senese, la cifra definitiva dell'aumento di capitale probabilmente un po' inferiore agli 8,8 miliardi massimi stimati dalla Bce tre mesi fa.


Sul dossier Veneto Banca e Popolare Vicenza la partita è ancora complicata. In ballo c'è un aumento di capitale stimato in quasi cinque miliardi di euro, un'enormità, fatte le dovute proporzioni, a cui dovrà fare fronte il contribuente per il tramite del fondo di salvataggio del Tesoro. C'è un piano di ristrutturazione ed esuberi politicamente indigesto. E forse c'è la tentazione di qualcuno, a Bruxelles, di valutare se date le dimensioni non sistemiche non sia il caso di giocare duro con la crisi mai sopita di molte banche italiane.

Un mix di forze contrapposte - rigorismo, burocrazie interne, ricadute di politica interna peggiori di scorie nucleari - che stanno di fatto causando un nuovo salvataggio al rallentatore.

La Bce, innanzitutto. E' chiamata a individuare il fabbisogno di capitale per salvare le due banche, e a dire se sono solvibili. Non è scontato che lo siano entrambe, anche se oggi la Nouy ha precisato che le sue parole a proposito dell'opportunità di liquidare alcune banche "sono generali, non ci tireremo indietro".

A Francoforte, dove oggi la Vigilanza bancaria ha tenuto la sua conferenza stampa annuale, si fa presente che le Venete si sono decise a chiedere la ricapitalizzazione precauzionale, cioè il salvataggio pubblico, appena due settimane fa. Vista dall'Eurotower, ci sono tempi tecnici da rispettare.

Per questo la Bce, formalmente, non ha ancora sciolto le riserve con Roma e Bruxelles. Tuttavia "stiamo già avendo uno scambiando le necessarie informazioni con la Commissione europea", spiega la Nouy. Vuol dire che, benché Francoforte decida sulla base dei dati di bilancio dell'ultimo stress test, tiene anche a mente il piano di ristrutturazione che si delinea fra il Tesoro, le banche e Bruxelles.

Ci sarebbe un'apertura sul progetto di fusione e il benvenuto all'ipotesi che il fondo Atlante si faccia nuovamente avanti sottoscrivendo parte dell'aumento di capitale e sul piano di dismissione dei crediti in sofferenza. E una soluzione potrebbe essere una fusione, anche se la Bce è tenuta a valutare la solvibilità delle due banche singolarmente. "C'è un piano - dice la Nouy a proposito della fusione - che deve essere discusso e accettato dalla Commissione Ue. Può darsi che le soluzioni delineate in soluzioni private si realizzino nel contesto della ricapitalizzazione".

Tuttavia la Nouy ci tiene anche a sottolineare che "questo deve essere discusso con la Commissione Ue", che "conduce il gioco nella successiva ristrutturazione". E' la fase 2, di fatto già partita, cioè il negoziato fra Bruxelles e Roma sul nodo più politico del salvataggio, il piano industriale. La ristrutturazione delle due venete, gli esuberi, le molte poltrone da razionalizzare. E poi la disponibilità di Atlante e dei privati. Dati da cui, a ricaduta, dipenderà l'entità dell'effettivo aumento di capitale.

Il negoziato sarebbe impigliato su questo punto di sostanza che vedrebbe impegnate anche le autorità italiane. Margrethe Vestager, la commissaria Ue alla Concorrenza che ha in mano il dossier e ne discute con Roma, non ci sta a prendersi la 'patata bollente'. "Il principale protagonista è la Vigilanza, perché appunto vigila le banche", il ruolo della Commissione è "assicurare che le regole siano rispettate in caso vengano usati aiuti di Stato".

Un rimpallo nel quale trova posto anche una replica ("non possiamo accettare trucchi") al presidente della fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, che aveva sollevato una polemica circa l'impegno di Atlante incoraggiato a "mettere i soldi".
   

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