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Economia

Satoshi Tsunakawa

Il presidente che tenta il rilancio

Una fine d'anno da dimenticare per Toshiba: dopo il lungo percorso di redenzione che ha seguito lo scandalo del 2015, le azioni della società giapponese hanno perso oltre il 40% del loro valore, cancellando più di 6 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato in meno di una settimana. E per il numero uno del conglomerato nipponico, Satoshi Tsunakawa, le trattative per riportare la liquidità a livelli di salvaguardia nelle prossime settimane saranno cruciali. Gli ultimi dubbi su una probabile mega svalutazione da 500 miliardi di yen - l'equivalente di 4,3 miliardi di dollari - sulle attività nucleari gestite dalla controllata statunitense Westinghouse, non saranno dissipati prima di metà febbraio, ma il giudizio negativo delle agenzie di valutazione Moody's e Standard & Poor's ha già compromesso la capacità di Toshiba ad accedere al credito a costi sostenibili.

Nominato presidente e amministratore delegato lo scorso giugno, Tsunakawa ha accelerato il processo di dismissioni degli asset più produttivi, a partire dal reparto delle attrezzature medicali alla concorrente Canon, e riportato la divisione dei semiconduttori a un alto livello di redditività. Proprio i risultati incoraggianti dal settore informatico avevano consentito alla società ad annunciare un ritorno all'utile per l'anno fiscale in corso, dopo lo scandalo finanziario dei bilanci truccati per un valore di 1,3 miliardi di dollari in cui era rimasta coinvolta la società nel 2015. Le recenti svalutazioni non solo azzerano ogni previsione di guadagno ma sollevano diversi punti di domanda sulle capacità dell'azienda di generare cassa.

Gli analisti stimano un valore delle partecipazioni incrociate del gruppo di circa 3,2 miliardi di dollari, e anticipano difficoltà nella vendita delle divisioni improduttive dei personal computer e dei televisori. Il business del nucleare genera ancora un terzo dei ricavi di Toshiba, ma dal disastro di Fukushima la progettazione delle centrali si scontra con una trasformazione culturale di non facile lettura, nell'approvvigionamento delle risorse, oltre a una continua revisione degli standard di sicurezza. Non a caso la divisione del gruppo che progetta le infrastrutture delle centrali atomiche non produce un attivo dal 2013. Lo stesso presidente Tsunakawa, nella conferenza di scuse agli investitori con il tradizionale inchino, ha detto che 'potrebbe essere necessario un riallineamento del business in futuro', riferendosi al nucleare.

Una nuova guida all'innovazione culturale, oltre a quella tecnologica - come auspicato dal messaggio pubblicitario della società - potrebbe essere alle porte. In nome della redditività e nel minor tempo possibile.

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