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Pil: Istat rivede crescita 2015, da +0,8% a +0,7%

Pil: Istat rivede crescita 2015, da +0,8% a +0,7%

Rivisto al rialzo il dato del 2014, Alleva: 'Fuori dalla crisi con altri'

23 settembre 2016, 21:04

Redazione ANSA

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Un operaio al lavoro all 'interno di una fabbrica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un operaio al lavoro all 'interno di una fabbrica - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un operaio al lavoro all 'interno di una fabbrica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Pil italiano nel 2015 è cresciuto dello 0,7%. Lo rende noto l'Istat che ha rivisto al ribasso la stima preliminare resa nota a marzo di una crescita dello 0,8%.

Nel 2015, calcola ancora l'Istat, gli investimenti fissi lordi sono cresciuti dell'1,3% (con incrementi del 18,2% dei mezzi di trasporto, del 2,1% delle macchine e attrezzature e dello 0,3% dei prodotti della proprietà intellettuale e un calo invece dello 0,4% degli investimenti in costruzioni). I consumi finali nazionali sono aumentati dell'1,0% (+1,5% per la spesa delle famiglie residenti, -0,6% per la spesa delle amministrazioni pubbliche), le esportazioni di beni e servizi del 4,3% e le importazioni del 6,0%. Il valore aggiunto, a prezzi costanti, è aumentato del 3,7% in agricoltura, silvicoltura e pesca, dell'1,3% nell'industria in senso stretto e dello 0,4% nel settore dei servizi. Nelle costruzioni si è registrato, invece, un calo dell'1,2%. Per l'insieme delle società non finanziarie, la quota di profitto è pari al 41% e il tasso di investimento al 19,3%. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato una crescita dello 0,9% sia in valore nominale, sia in termini di potere d'acquisto. Poiché i consumi privati sono aumentati dell'1,5%, la propensione al risparmio delle famiglie è scesa all'8,3% (dall'8,9% del 2014).

Il rapporto deficit/Pil nel 2015 si è attestato al 2,6% (contro il 3% del 2014). Lo rende noto l'Istat confermando - nonostante le revisione del Pil - le stime preliminari di marzo.

Il debito pubblico italiano si è attestato nel 2015 al 132,2% del Pil (dal 131,8% del 2014). Lo certifica l'Istat in base ai dati della Banca d'Italia. Le ultime stime del 21 aprile scorso indicavano un rapporto al 132,7%.

Nel 2015 il saldo primario italiano (ovvero l'indebitamento netto meno la spesa per interessi) è stato pari all'1,5% del Pil.

Nel 2015 la pressione fiscale in rapporto al Pil si è attestata al 43,4%, invariata rispetto al dato del 2014. Lo rende noto l'Istat, correggendo, negli ultimi conti economici nazionali, le stime di aprile scorso pari a 43,5% per il 2015 e a 43,6% per il 2014.

Nel 2014 il Pil italiano è cresciuto dello 0,1%, con una revisione al rialzo di 0,4 punti percentuali rispetto alla diminuzione di 0,3 punti percentuali stimata a marzo.

I tassi di crescita sono stati rivisti verso l'alto di 0,4 punti percentuali per gli investimenti fissi lordi, di 1,7 punti percentuali per la spesa delle Isp (istituzioni senza scopo di lucro al servizio della famiglie) e di 0,1 punti percentuali per le importazioni. Rettifiche al ribasso per 0,2 punti percentuali hanno invece riguardato sia le esportazioni, sia la spesa delle famiglie. L'Istat segnala in particolare che la revisione del livello delle scorte, al rialzo per l'anno 2014 e al ribasso per quello successivo, ha indotto un significativo cambiamento nel contributo di tale aggregato alla variazione del Pil; in termini di volume l'apporto risulta ora positivo per 0,6 punti percentuali nel 2014 (in precedenza era nullo) e per 0,1 punti nel 2015 (a fronte di +0,5 punti nella stima dello scorso marzo). Anche dal lato del valore aggiunto settoriale, per il 2014 prevalgono le revisioni al rialzo. Nel comparto industriale si registra una revisione positiva di 0,6 punti percentuali del tasso di crescita del valore aggiunto delle attività manifatturiere e negativa per 1 punto percentuale di quello delle costruzioni. Nel settore terziario, che ha registrato una revisione al rialzo complessivamente pari a 0,5 punti percentuali, le più ampie revisioni verso l'alto riguardano le attività professionali, scientifiche tecniche e amministrative (+1,3 punti percentuali), i servizi di informazione e comunicazione (+1,2 punti) e le attività finanziari e assicurative (+1,2 punti), mentre solo per le attività immobiliari l'aggiustamento è verso il basso (-0,7 punti percentuali).

Renzi: "Ripresa fatto rilevante e oggettivo"

Alleva, svolta a fine 2014,fuori da crisi con altri  - La revisione al rialzo del Pil 2014 "anticipa il punto di svolta". Così il presidente Istat, Giorgio Alleva, che ricorda come il 'timing' dell'uscita dalla crisi dell'Italia era stato "un elemento di discussione: prima gli altri poi noi. Ora invece la revisione rende più coerente il nostro quadro con quello europeo". Sulla forte correzione al rialzo del 2014, Alleva spiega "come stia dando i frutti" la rilevazione diretta su 4,5 milioni di imprese. "Sono contento che un'informazione così ricca consenta di apportare miglioramenti", dice Alleva.

Mef, ripresa coincide con governo,direzione giusta - "Il primo anno di ripresa coincide con l'insediamento di questo governo, questo ci incoraggia a proseguire nella direzione che l'esecutivo ha preso". Così un portavoce del Mef commenta le cifre Istat sul Pil e la revisione in positivo del 2014. "I dati sull'economia vanno affrontati con meno emotività. La revisione 2014 fa intendere che le politiche di sostegno della domanda attuate dal governo abbiano avuto un impatto già nel primo anno. L'intensità della ripresa non viene ritenuta soddisfacente, ma la crescita è tornata già da tre anni".

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