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Dal Cipe fondi per 3,5 miliardi per la ricerca

Renzi, a Comitato 1 miliardo per la cultura

L'anno scorso fu la volta dell'esordio dell'Expo, quest'anno è stato il giorno del via libera del Cipe a un piano di investimenti da 3,5 miliardi per ricerca e cultura. Il premier Matteo Renzi punta ancora una volta sulla Festa del lavoro per ribadire come, aldilà del Jobs Act, il governo lavori ad ampio spettro per sbloccare opere e ridurre la disoccupazione.

"Diamo un segnale di speranza a chi un lavoro non lo ha. L'Italia è più forte di chi dice solo no", scrive il premier su Facebook prima di andare in tv, ospite de L'Arena, dove scaglia un durissimo attacco al numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann: "ha tanti problemi a cui pensare: meno pensa all'Italia meglio è". Il governatore della "Buba", in visita a Roma nei giorni scorsi, non era stato di certo tenero, rimarcando le violazioni del Patto di stabilità da parte dell'Italia, stigmatizzandola sul debito e sul numero di titoli di Stato in pancia alle nostre banche. "Se fossi il Governatore della Banca centrale tedesca mi preoccuperei delle banche tedesche.

 

Il tempo in cui ci davano lezioni è finito", è lo strale lanciato da Renzi nel giorno in cui, in un'intervista a Repubblica, anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan replica a Weidmann ribadendo come "la crescita sia la via maestra per ridurre il debito". E non meno diretto è il premier sul caso Brennero. Quella dell'Austria "è propaganda in campagna elettorale, non stanno facendo nulla di concreto", sottolinea il capo del governo ribadendo come, grazie alla stabilità dell'esecutivo, l'Italia in Ue, sui migranti e non solo, "sia più ascoltata". Quello ospite di Raiuno è un Renzi che non fa certo sconti ai suoi critici. Netta anche la sua replica a chi, a cominciare dal M5S, attacca il Pd sulle ultime inchieste e per la sua alleanza parlamentare con i verdiniani.

"Io ho la fedina penale pulita, voglio ricordare che M5s e FI sono guidati da due leader con sentenze passate in giudicato", scandisce Renzi senza citare le condanne inflitte in passato a Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. E ricordando, anche alla sinistra Pd, che quando Verdini votava per Letta "nessuno si scandalizzava". Sulla questione giustizia e sulle parole del presidente dell'Anm Piercamillo Davigo il premier ribadisce invece che "non è pensabile sparare nel mucchio. Se uno ruba deve essere preso e giudicato ma non bisogna fare giudici contro politici bensì onesti contro ladri".

E soffermandosi sul capitolo prescrizione, che al Senato vede Pd e Ap ancora piuttosto distanti, Renzi conferma la posizione del governo. "Va cambiata - sottolinea - ma va anche chiesto ai magistrati di essere più veloci". Il Primo maggio, però, per il governo è soprattutto il giorno del Cipe che in mattinata approva 2,5 miliardi per il Piano Nazionale per la Ricerca e 1 miliardo sui beni culturali (da Pompei agli Uffizi), per quella che il ministro Dario Franceschini definisce "Il più grande piano di restauro e valorizzazione della storia della Repubblica".

E, sempre dal Cipe, arriva il semaforo verde allo stanziamento di 290 milioni per programmi a sostegno di imprese e crescita. Per il M5S, tuttavia, "è l'ennesima pagliacciata in stile renziano. I 2,5 miliardi per la ricerca sono in parte inesistenti e in larga parte già stanziati", sostengono i pentastellati.

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