La Borsa di Milano chiude la seduta in calo. Il Ftse Mib ha perso lo 0,92% scivolando a 18.485 punti. Milano, in linea con gli altri mercati in Europa, appare nervosa e termina in calo dello 0,92%. La seduta si apre in rialzo con i titoli delle banche in evidenza ma l'ottimismo dura poco e a metà mattinata il listino ritraccia. Pesano le incertezze dell'economia mondiale con la produzione industriale della Cina ai minimi dal 2012 ma sul listino milanese è soprattutto il calo di Luxottica a piegare l'indice in terreno negativo. Sugli scudi invece Banco Popolare (+5,99%), Mediaset (+2,08%) e Bpm (+1,2%). L'uscita dell'ad Adil Mehboob-Khan non è piaciuta ma soprattutto hanno deluso i risultati preliminari e gli analisti hanno tagliato il prezzo obiettivo. Il titolo del gruppo di Leonardo Del Vecchio ha perso il 5,73 per cento dopo uno stop al ribasso. Volatile Mps (-3,85%) e deboli anche Mediobanca (-3,12%), Poste Italiane (-2,7%), Bper (-2,45%), Intesa Sanpaolo (-2,14%) e Generali (-1,74%). Performano meglio dell'indice Unicredit (-0,8%), Enel (-0,7%) e Fca (-0,08%).
Bpm e Banco volano con risiko, Mps e Ubi giù - Il risiko delle Popolari spinge in Borsa le quotazioni della Bpm e del Banco Popolare. In una seduta debole per Piazza Affari (Ftse Mib -0,92%), i titoli delle due banche promesse alle nozze hanno guadagnato, rispettivamente, l'1,2% e il 5,99%. Volatili invece gli altri istituti che dopo una mattinata in volata hanno chiuso in perdita: il Monte dei paschi, dopo la smentita del Tesoro e di Poste (-2,7%) ad una fusione, a fine giornata ha lasciato sul terreno il 3,85% con la capitalizzazione che si mantiene ancora sotto la soglia dei 2 miliardi; in lieve calo, infine, Ubi Banca (-0,14%) che resta alla finestra.
Wall Street apre negativa, Dj -0,43%, Nasdaq -0,63% - Apertura in territorio negativo per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,43% a 16.398,81 punti, il Nasdaq cede lo 0,63% a 4.585,54 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,4% a 1.932 punti.
Petrolio accentua perdite a Ny, -6% a 31,57 dollari - Il petrolio accentua le perdite a New York, dove le quotazioni perdono il 6% a 31,57 dollari al barile.
Euro in rialzo a 1,085 sul dollaro  - Sale l'Euro in avvio di settimana sui mercati. La moneta unica viene scambiata a 1,085 rispetto al dollaro con un aumento dello 0,2%. Resta debole lo yen che venerdì era sceso di oltre il 2% dopo la mossa a sorpresa della Banca del Giappone (Boj) di passare a tassi negativi. La divisa nipponica perde lo 0,1% a 121,2 sul dollaro e lo 0,27% a 131,5 sull'euro.
Asia in positivo con Tokyo, male cinesi  - L'adozione tassi di interesse negativi in Giappone continua a trainare Tokyo (+1,98%) e buona parte delle Borse di Asia e Pacifico. Male invece le cinesi con Shanghai che lascia sul terreno l'1,78%. Hong Kong cede, invece, lo 0,79% e Shenzhen l'1,04 per cento. Ad incidere sui listini l'indice della produzione industriale scesa a gennaio al livello piu' basso dal 2012. "Con la crescita globale prevista più bassa e l'inflazione, la Banca del Giappone ha fatto un balzo in avanti, e l'Europa sta considerando una mossa simile", spiega a Bloomberg Shoji Hirakawa, chief equity strategist di Okasan Securities. "Gli investitori come i fondi pensione dovrebbero lentamente spostare i loro beni dalle obbligazioni alle azioni". Tra i dati macro attesi l'indice Pmi manifatturiero in Francia, Germania, Regno Unito e a livello continentale.
Cina: indice produzione industriale ai minimi da 2012Â - La produzione industriale in Cina e' scesa in gennaio al livello piu' basso dal 2012 a questa parte. Lo dice una stima ufficiale diffusa da responsabili degli acquisti delle aziende, che fissa la caduta dell'indice a 49,4 dal 49,7 di dicembre, in una scala di 100 punti nella quale le cifre sotto 50 significano una contrazione. E' l'ennesimo segnale di debolezza per la seconda economia mondiale, che pochi giorni fa aveva fatto gia' segnare la sua crescita annuale piu' lenta degli ultimi 25 anni.
La mossa a sorpresa della banca del Giappone, tassi negativi a -0,1% - Venerdì scorso la Bank of Japan (Boj) ha deciso di applicare interessi negativi ai conti correnti posseduti dalle istituzioni finanziarie presso la banca centrale allo scopo di centrare il target di inflazione del 2% "nel più breve tempo possibile", malgrado i prezzi del petrolio restino ai minimi. La Boj, il cui board ha approvato l'inattesa mossa con appena cinque voti a favore contro quattro, ha detto in una nota che applicherà "interessi negativi dello 0,1%" e che farà altri interventi al ribasso "se lo giudicherà necessario".