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Pil terzo trimestre +0,2%, Italia rallenta

Delude crescita Eurozona, vicina nuova spinta Bce. Standard & Poor's conferma il rating sull'Italia. L'outlook è stabile

Rallenta la crescita italiana. Il dato del Pil del Paese nel terzo trimestre fa registrare un +0,2%, sotto le attese degli analisti. Altri Paesi europei come la Francia e la Germania si attestano su un +0,3%. Aumenta il carrello della spesa. "Speravo nello 0,3%", il commento del premier Matteo Renzi che sottolinea comunque che il trend è positivo. "Speravo - ha detto Renzi - nell'0,3 ma è il terzo trimestre positivo e il dato di fatto è che nell'ultimo anno il pil è cresciuto dell'0,9, una striscia molto positiva ma certo bisogna fare molto di più. Saremo felici quando il Pil sarà vicino al 2 per cento".

 

L'agenzia Standard & Poor's conferma il rating sull'Italia 'BBB-'. L'outlook è stabile. ''Una modesta ripresa dell'economia è in corso'' in Italia e la crescita del pil dovrebbe accelerare all'1,3% l'anno in media nel 2016-2017, con il rafforzamento della domanda interna. Lo afferma Standard & Poor's secondo il quale il debito italiano si attesterà al 131,3% del pil nel 2015, per poi scendere al 130,7% nel 2016. Standard & Poor's ha sottolineato che il debito continuerà a calare negli anni successivi, al 129,5% nel 2017 e al 128,1% nel 2018. ''L'obiettivo del governo di ridurre il cuneo fiscale potrebbe contribuire a ristabilire la competitività, ma il pil reale italiano non tornerà ai livelli pre crisi fino all'inizio del 2024. S&P potrebbe aumentare il ''rating se il governo italiano attuerà riforme strutturali che si traducano in un aumento sostenibile della crescita economica dell'Italia e in una traiettoria di calo significativo del debito''

Delude crescita Eurozona, vicina nuova spinta Bce  - Tutti i timori di un rallentamento della crescita nell'Eurozona si sono materializzati nel terzo trimestre, alimentando le aspettative di nuove mosse più aggressive da parte della Banca Centrale Europea per rilanciare l'anemica ripresa europea. Nel periodo luglio-settembre il Pil dell'Eurozona rallenta allo 0,3% dallo 0,4% del secondo trimestre, deludendo anche le attese degli analisti, che avevano stimato un rialzo dello 0,4%. Tra le maggiori economie del blocco euro segna il passo soprattutto l'Italia, con una crescita dello 0,2% contro attese di un +0,3%, mentre crescono secondo le previsioni Germania (+0,3%) e Francia (+0,3%), con quest'ultima che accelera dopo una crescita piatta nel secondo trimestre. A pesare sull'intera Eurozona è il rallentamento dei Paesi emergenti ed in particolar modo della locomotiva cinese. Ed in questo quadro, ed in una Eurozona senza un vero governo economico, toccherà ancora una volta alla Bce togliere le castagne dal fuoco ai governi nazionali, rimettendo mano al suo arsenale. Infatti il presidente Mario Draghi al Parlamento europeo ha rassicurato che Francoforte "non esiterà ad agire se dovessimo giungere alla conclusione che si sono materializzati rischi per i nostri obiettivi di stabilità". L'attesa è così per l'ultimo board del 2015 dell'Istituto centrale il prossimo 3 dicembre quando dovrebbe essere riesaminata la portata del quantitative easing, aprendo la strada al potenziamento del piano di acquisti di titoli in termini di ampiezza, composizione e durata. 

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