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Pensioni: uno su due disponibile a taglio per uscire prima

Ma solo 5% accetterebbe decurtazione assegno del 15%. Da Confesercenti proposta di staffetta

Dei circa due milioni di potenziali beneficiari delle misure di flessibilità previdenziale, quasi uno su due, il 49%, che sarebbero pari a 960mila persone, accetterebbe una riduzione dell'assegno pensionistico pur di poter lasciare il lavoro in anticipo. E lo farebbe ancora più volentieri se, al suo posto, fosse assunto un giovane. E' quanto emerge da un sondaggio condotto da Confesercenti con Swg. La disponibilità cala,con l'aumentare del taglio: solo il 5% accetterebbe una decurtazione del 15% della pensione. 

Confesercenti ha anche messo a punto una proposta di staffetta generazionale che prevede, per i lavoratori anziani vicini alla pensione che scelgono il part-time, di non vedersi ridurre né lo stipendio né i contributi, in cambio dell'assunzione nella stessa impresa di un lavoratore giovane. Se - è il parere dell'associazione - la proposta venisse applicata alle imprese tra i 6 ed i 60 dipendenti del commercio, del turismo e del terziario "potrebbe permettere l'ingresso nel mondo del lavoro ad almeno 100mila giovani", spiega il segretario generale, Mauro Bussoni. L'intervento, aggiunge, sarebbe a costo zero per lo Stato, perché lo sosterrebbero le risorse già versate dalle imprese.

Tra gli intervistati che si sono detti disponibili a lasciare in anticipo in cambio di un assegno più leggero, solo il 2% lo farebbe senza se e senza ma; il 30% solo se la riduzione della pensione non superasse il 5%, mentre il 12% accetterebbe anche una decurtazione fino al 10%: solo il 5% sarebbe disposto a subire un taglio dell'assegno fino al 15%. Piuttosto consistente, emerge ancora dal sondaggio, la quota di chi non ha intenzione comunque di abbandonare: è il 29%, pari a circa 570mila persone. Ampia anche l'area degli indecisi, ancora intorno al 20% del totale. Netta, invece, la divisione di fronte alla proposta del Governo di sostituire l'anticipo della pensione con un periodo di part-time del lavoratore, seguito da un assegno previdenziale ridotto. L'ipotesi interessa il 38%, la stessa quota di chi si dice non interessato. Quasi un pensionando su quattro (il 24%) rimane incerto. Meglio recepite le proposte di staffetta generazionale: se sapessero di lasciare il proprio posto di lavoro ad un giovane, il 44% degli intervistati accetterebbe più volentieri la riduzione permanente dell'assegno per andare in pensione prima. Insomma, si evidenzia, la solidarietà tra giovani e anziani, in Italia, sembra essere ancora forte. "Il problema della flessibilità previdenziale si lega a doppio filo con quello dell'occupazione giovanile. Una relazione che per gli italiani è chiarissima", spiega il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni. "Bisogna, però, cercare di sacrificare il meno possibile il lavoratore anziano uscente. Per questo Confesercenti ha messo a punto una proposta di staffetta generazionale che prevede, per i lavoratori anziani vicini alla pensione che scelgono il part-time, di non vedersi ridurre né lo stipendio né i contributi, in cambio dell'assunzione nella stessa impresa di un lavoratore giovane. "Il tutto - conclude Bussoni - senza incidere sulla fiscalità generale, ma prevedendo un ampliamento della solidarietà espansiva che è sostenuta esclusivamente con le risorse versate dalle imprese al Fondo integrativo salariale ed ai Fondi di formazione continua. Stimiamo che questo tipo di staffetta generazionale, se applicato alle imprese tra i 6 ed i 60 dipendenti del commercio, del turismo e del terziario potrebbe permettere l'ingresso nel mondo del lavoro ad almeno 100mila giovani".

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