Liberalizzazioni nell'occhio del ciclone: il disegno di legge sulla concorrenza incassa bocciature e proposte di correzioni, facendo salire sulle barricate le categorie professionali. Ad iniziare dai notai, funzionari pubblici 'punti sul vivo' dall'art. 28 del provvedimento governativo che toglie loro l'esclusiva sulla gestione delle compravendite di immobili non abitativi del valore catastale di meno di 100.000 euro, dando la chance ad altri soggetti, in primis agli avvocati. Avvocati che entrano anche nel mirino dei commercialisti.
I notai, per bocca del presidente del Consiglio nazionale Maurizio d'Errico, passano passati al contrattacco suggerendo idee per "ridurre i costi". Niente spese, ma risparmi. A partire dalla Riforma del Registro delle successioni, "attraverso la sua totale informatizzazione e telematizzazione", previa unificazione di quelli esistenti "presso le cancellerie dei Tribunali su base nazionale", fino alla stesura e autenticazione a distanza di alcuni "atti unilaterali dell'imprenditore". Ma la categoria - ha aggiunto d'Errico - è pronta alla "istituzionalizzazione dell'attività di consulenza di orientamento gratuita, presso strutture pubbliche o presso gli stessi studi notarili".
Quanto ai commercialisti, esprimendo "perplessità " sul trasferimento di competenze proprie di professioni regolamentate a soggetti non abilitati all'esercizio dell'attività , Gerardo Longobardi, numero uno dell'ordine nazionale, ha alzato il velo sul 'privilegio' di cui godrebbero, se la norma venisse approvata, gli avvocati nelle operazioni immobiliari, rivendicando la preparazione della sua categoria, ma mettendo in guardia il Legislatore dal pericolo, con questo Ddl, di "contrapporre le professioni".
Per l'Ania, invece, l'unico modo per contenere le spese dell'Rc auto è "rivedere i risarcimenti" (e, in quest'ottica è un bene che abbiano "valore probatorio in giudizio le registrazioni delle scatole nere"), mentre Michele Tronconi, presidente di Assofondipensione, ha contestato il capitolo sulla portabilità dei Fondi di previdenza complementare, un modo per estendere il contributo del datore di lavoro ai "prodotti assicurativi". Infine, secondo Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria, "una maggiore liberalizzazione dei mercati dei beni e servizi determinerebbe un incremento significativo compreso tra il 7 e l'11%", seppur vi siano delle "considerazioni problematiche", su Poste, distribuzione carburanti, e in particolare sui Fondi pensione.Â