La piccola Grecia spaventa ancora le Borse di tutto il mondo. Sono negativi infatti i futures su tutte le piazze finanziarie in vista della seduta di domani, mentre le diplomazie sono al lavoro a Bruxelles per trovare un accordo sul debito pubblico di Atene entro la fatidica data del 30 giugno. I mercati guardano poi al Federal Open Market Commitee (Fomc) della Fed, previsto per il prossimo mercoledì 17, che lascerà comunque i tassi invariati tra zero e lo 0,25%, una festa che però è destinata a non durare ancora tanto. Così l'andamento dei listini si preannuncia piuttosto nervoso, con una netta prevalenza dell'instabilità.
La settimana che si è chiusa, del resto, ha visto gli indici di Borsa scivolare venerdì, in concomitanza con il ritiro del Fondo Monetario Internazionale dal tavolo su Atene, decisione che sarebbe stata rivista, secondo la stampa tedesca, per vedere le nuove proposte presentate dal Governo Tsipras. Sui titoli azionari, pesa però la tendenza al rialzo dei rendimenti dei titoli di stato, che potrebbe convincere molti investitori a vendere azioni per comprare bond, diventati di colpo più attrattivi. I titoli di stato tedeschi, ad esempio, sono saliti sopra l'1% nella settimana che si è appena conclusa, livello che non raggiungevano dallo scorso mese di settembre. Guardando ai movimenti degli indici da inizio anno, solo Piazza Affari (+20,33%) ha mostrato una certa vivacità, mentre Wall Street (Dow Jones +0,43%) e Londra (+3,33%) hanno percorso molta strada in meno.
Il listino milanese è stato favorito anche da alcune vicende locali, come la riforma delle banche popolari, che ha puntato l'attenzione degli investitori sui titoli dei vari Istituti e l'attivismo dell'A.d. di Fca Sergio Marchionne sul fronte delle alleanze, che ha sostenuto le azioni dell'ex Lingotto. I mercati guardano però anche alla situazione macroeconomica. Nella prossima settimana saranno diffusi i dati sull'inflazione in Europa e negli Usa. La ripresa economica sembra alle porte anche nel Vecchio Continente, area che finora si è mossa molto più lentamente delle altre, ma proprio per questo i titoli di stato sono destinati a crescere ancora, innescando un meccanismo di instabilità per le Borse almeno nel breve termine. Quanto agli Usa, invece, c'è forte attesa per le previsioni della Fed, che, seppure non nell'immediato, potrebbero preparare la strada al tanto temuto rialzo dei tassi di interesse.
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