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Telecom: verso quotazione Inwit, su mercato 40% società delle torri

All'assemblea dei soci è emersa un'apertura a un ruolo di Enel nella rete

Telecom Italia comunica in una nota l'intenzione di promuovere un'offerta pubblica iniziale (ipo) per una quota fino al 40% delle azioni ordinarie di Infrastrutture Wireless Italiane, o Inwit, la controllata attiva nel settore delle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche.

Banca Imi, Deutsche Bank e Mediobanca agiscono come joint global coordinators e joint bookrunners. Ubs è joint bookrunner. L'Ipo avverrà tramite offerta pubblica di vendita. Inwit, ricorda Telecom, detiene, gestisce e concede in locazione infrastrutture per le comunicazioni wireless e genera ricavi dalla locazione di spazi e dall'offerta di servizi sui siti medesimi, in particolare a operatori di telefonia mobile. I siti, storicamente parte delle infrastrutture Telecom Italia, sono stati conferiti a Inwit a marzo, con efficacia dal 1 aprile, ricorda l'azienda. Nel 2014 erano circa 11.500, distribuiti su tutto il territorio nazionale, quale risultato di oltre 40 anni di attività di sviluppo delle reti radiomobili da parte del gruppo Telecom.

Telecom:in assemblea focus su Rete,con Enel opportunità - Telecom non rinuncia ad essere il 'campione' nazionale delle tlc anche nella nuova era digitale ma apre ad Enel e invita a fare ‘sistema’. La prima assemblea presieduta da Giuseppe Recchi vede una partecipazione record(oltre il 57% del capitale) ma non è il bilancio a tenere banco bensì i piani per la Rete. Il 2014 si è chiuso con ''dinamiche aziendali che stanno andando meglio e la discussione con gli azionisti va meglio. C'è stato grande interesse sulla Rete e l'opinione dell'assemblea è importante per orientare il management'' dice Patuano. Una collaborazione con Enel, è il tema caldo, "è una grande opportunità e se non saremo capaci di metterla a frutto, sarà un'occasione sprecata'' dice Patuano. ''La partita si gioca nelle aree urbane'' ricorda Patuano, inutile chiamare in causa Ferrovie o Autostrade mente ‘’siamo sempre stati consapevoli del ruolo che un’azienda capillarmente diffusa come Enel potrebbe avere’’ per far entrare la fibra ottica nelle case. Gli investimenti di un soggetto privato però ''devono essere sostenibili dal punto di vista finanziario e industriale e in grado di remunerare il capitale’’. Telecom ha deciso di portare da 500 a 700 milioni di euro gli investimenti nella fibra che faranno aumentare la percentuale di copertura delle 40 città in cui la fibra verrà portata fin dentro casa con la tecnologia FTTH (Fiber to the Home). Arrivano ancora apprezzamenti dai manager al piano del Governo per la banda ultralarga ma anche un invito a definire i dettagli che mancano e sui quali ‘’c'e' ancora molta confusione e superficialità''. ‘’Non chiediamo aiuti e aiutini ma non vorremmo neanche essere penalizzati" dice Recchi e 'bacchetta' i "molti improvvisati esperti di banda larga" che hanno criticato le scelte tecnologiche di Telecom per l’architettura di Rete. Le polemiche, in particolare quelle con la Cdp sono sfociate addirittura in una denuncia alla Consob dopo le insinuazioni del presidente della Cdp su valori non corretti degli asset in bilancio. 'Il valore della rete in rame è ricostruito sulla base della delibera del consiglio Agcom (quella che stabilisce le tariffe per l'accesso, ndr) ed è pari a 14,9 miliardi'' risponde Patuano al presidente della Cdp che lunedì aveva dichiarato:"A quanto mi dicono secondo alcuni tecnici la rete in rame di Telecom Italia sarebbe stata sopravvalutata in bilancio, con un goodwill molto notevole". La segnalazione alla Consob è stata dunque ''un atto dovuto'' dice Patuano anche se Bassanini aggiusta il tiro e precisa di aver solo parlato della "legittima preoccupazione di Telecom" di salvaguardare il valore della rete in rame "che potrebbe essere eroso da una rapida estensione delle reti in fibra’’. I rumors parlano anche di spaccature in consiglio che Recchi smentisce e chiarisce che la riunione del board convocata per venerdì a Roma è ''una riunione ordinaria, di informativa generale su vari argomenti ‘’I presunti contrasti tra Telecom e il gruppo Caltagirone sui progetti di riorganizzazione del patrimonio immobiliare del gruppo telefonico sono solo ''una bolla mediatica su un tema che non c'e'' assicura poi Patuano. La scelta di trasferire la sede centrale del gruppo a Roma presso le torri all'Eur è il risultato di un ‘’un percorso chiaro e trasparente: abbiamo fatto un invito a tutti i soggetti potenzialmente interessati e ricevuto alcune proposizioni ma non ce n'era da parte del gruppo Caltagirone - chiarisce Patuano a margine dell'assemblea e lo stesso gruppo immobiliare smentisce di essere mai stato interessato - abbiamo fatto una valutazione secondo parametri finanziari e organizzativi e selezionato una soluzione finale ‘’. Ed è parte di un più ampio progetto di razionalizzazione degli spazi (le nuove tecnologie richiedono minori spazi e il personale è diminuito) che porterà a Telecom un risparmio di 200 milioni all'anno a partire dal 2018. Non ultimo, nell'ultima assemblea prima dell'addio a Telco, Recchi apre a Vivendi. "Rifiutiamo la logica che gli investimenti stranieri in Telecom siano pericolosi: chiunque porta capitali e competenze contribuisce a fare del nostro gruppo un gruppo più forte. Italiano o straniero che egli sia".

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