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Pensioni: Padoan, per 2012-13 rimborsi da 40% a 10%

Da 2016 assegno più alto strutturale. Riconosciuto aumento pari 50% di quanto rimborsato per 2012-2013

 Per il 2012-13 il decreto pensioni riconosce "la rivalutazione del 40%" per gli assegni tra 3 e 4 volte il minimo, del 20% per quelli tra 4 e 5 volte il minimo e del 10% per quelli tra 5 e 6 volte il minimo. Per il 2014-15 sarà rimborsato "il 20%" di quanto previsto per il biennio precedente. Così il ministro Pier Carlo Padoan alla Camera.

Dal 2016 le pensioni, interessate dal blocco Monti-Fornero bocciato dalla Consulta, avranno un aumento strutturale, pari "al 50% di quanto stabilito per le mensilità del biennio 2012-2013". Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in audizione davanti alle commissioni Bilancio e Lavoro di Camera e Senato. Su questo montante si applicherà l'indicizzazione Letta.

Impatto sentenza 17,6 mld, non sostenibile - L'impatto della sentenza della Consulta sulle pensioni avrebbe comportato "nel 2015 una spesa aggiuntiva di competenza pari a circa 17,6 miliardi al netto degli effetti fiscali". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan in audizione alla Camera, sottolineando che ci sarebbe stato "un incremento non sostenibile della spesa per pensioni nel 2015 e negli anni seguenti". Gli oneri "sarebbero stati contabilizzati nell'anno in corso" e il deficit/Pil nel 2015 sarebbe salito "dal 2,5% previsto dal recente Def al 3,6%".

Scelte dl per solidarietà tra generazioni - I limiti ai rimborsi introdotti con il decreto pensioni rispondono "a una impostazione solidaristica sia intra-generazionale sia intergenerazionale, in presenza di vincoli di bilancio stringenti". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in audizione alla Camera, sottolineando che rimborsare il rimborso totale "si rifletterebbe negativamente sulla pressione fiscale e sulla fornitura di servizi pubblici e trasferimenti, inclusi quelli alle generazioni più giovani".

Dl conferma obiettivi Def,rispetto regole Ue - Il decreto pensioni "consentirà all'Italia di rispettare pienamente il quadro delle regole europee e nazionali". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in audizione alla Camera, ricordando che "al netto degli effetti fiscali l'onere è di circa 2,2 miliardi nel 2015 e 500 milioni dal 2016". Restano fermi "i livelli del saldo netto da finanziare" e il rapporto deficit/Pil, confermato al 2,6%, indicati nel Def. Confermato anche il target per l'indebitamento netto strutturale, e il rispetto della regola del debito. Il decreto, ha ribadito Padoan, "consente di salvaguardare gli obiettivi di finanza pubblica, in coerenza con il percorso di rientro dei saldi di bilancio e del debito pubblico nell'ambito dei parametri comunitari e, al contempo, di coniugare tale percorso con i criteri solidaristici all'interno del sistema previdenziale e con i principi di adeguatezza, gradualità e proporzionalità enunciati dalla stessa Corte". Se si rimborsasse tutto a tutti, con una spesa di 17,6 miliardi netti, "l'indebitamento netto - ha ricordato - salirebbe nel 2015 al 3,6%. Il peggioramento sarebbe classificabile in parte come riconducibile a fattori transitori, legati al pagamento degli arretrati, per circa 0,8 punti percentuali, mentre sarebbe considerato permanente la restante parte. Nel 2016 l'indebitamento netto tendenziale passerebbe dall'1,4% all'1,7%%. Questi valori no consentirebbero all'Italia di rispettare le regole di bilancio europee".

In dl attenzione a chi ha redditi più bassi  - Il decreto pensioni favorisce le "fasce meno abbienti" della popolazione e "ancora una volta il governo ha prestato più attenzione a chi ha redditi più contenuti". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di una audizione alla Camera davanti alle commissioni Lavoro e Bilancio di Camera e Senato.

Se rimborsi pieni difficile stop aumento Iva - "I maggiori oneri connessi alla sentenza ridurrebbero significativamente i margini di bilancio e di intervento per i prossimi anni, sia in relazione all'intenzione del governo di eliminare gli effetti delle clausole di salvaguardia che altrimenti comporterebbero un aumento dell'Iva, sia per il finanziamento di nuovi interventi da porre in essere per sostenere la ripresa". Così il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in un'audizione davanti alle commissioni congiunte Bilancio e Lavoro di Camera e Senato.

 

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