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P.a.: Primo sì alla riforma. Madia: 'Può ancora migliorare'

Ok con 144 sì. Testo spazia dal digitale ai poteri del premier al riordino della dirigenza

Via libera del Senato alla riforma della Pubblica Amministrazione, con 144 favorevoli, nessun contrario nè usciti dall'Aula, un astenuto. Arriva così il primo sì al ddl, incardinato a Palazzo Madama 8 mesi fa. Il provvedimento spazia dal digitale ai poteri del premier, dall'addio alla Forestale al riordino della dirigenza. Il ministro Marianna Madia ha fatto sapere che alla Camera saranno possibili miglioramenti al testo.

In particolare hanno votato a favore il Pd, Ap e il gruppo Autonomie, mentre si sono espressi contro M5s, Fi, Sel, Ln e Gal. I lavori sulla delega hanno preso il via infatti a inizio settembre in commissione Affari Costituzionali, che ha licenziato il testo il primo aprile. Diversi gli 'stop and go' che hanno contribuito ad allungare i tempi ma c'è stato anche un ampio esame del ddl, uscito cambiato dal lavoro della commissione. Un articolo è stato stralciato altri sono stati inseriti, alcuni capitoli sono stati quasi completamente riscritti. Tra le principali novità inserite dal Senato l'apertura a un polo unico della medicina fiscale, accentrando i controlli sull'Inps; la delega per mettere a punto il cosiddetto 'taglia decreti' ministeriali; il giro di vite sulle azioni disciplinari; la scure sulle partecipate pubbliche. Ora il provvedimento passerà alla Camera dei deputati, per la seconda lettura. L'obiettivo del Governo è arrivare al sì definitivo sul ddl entro l'estate. Quanto ai tempi per la messa a punto dei decreti legislativi, l'esecutivo ha più volte spiegato si essere già a lavoro sull'attuazione della riforma, in modo da presentare i primi decreti appena terminato l'iter in Parlamento.

Madia, intento è migliorarla ancora alla Camera - "Vado alla Camera con l'intento di migliorarla ancora". Così il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, dopo il via libera al ddl da parte del Senato, in prima lettura. "Credo che un provvedimento così articolato e importante non possa non avere una discussione approfondita e seria nei due rami del Parlamento", spiega. "Vogliamo valorizzare - ha detto ancora - e non svilire la figura del prefetto, alla Camera lo espliciteremo, visto anche il loro ruolo nella gestione dell'immigrazione". 

 

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