Cdp e le consorelle Kfw, Cdc, Ico, Bgk sono pronte a intervenire nel Piano Juncker con 33,5 miliardi contribuendo così all'effetto leva che può generare 315 miliardi di investimenti, ma pongono alcune condizioni. In una lettera congiunta firmata anche dalla Bei e inviata a Jean-Claude Juncker e Jyrki Katainen chiedono che le garanzie del Efsi non ricadano nel divieto di aiuti di Stato e non siano prezzate a livelli di mercato e che l'approvazione dei progetti sia più veloce. Così il presidente della Cdp, Franco Bassanini, in un'intervista all'ANSA.
Per piccole opere scelta nazionale
Il successo del Piano Juncker si decide ora. "L'effetto anticiclico del Piano si gioca adesso, se sarà capace di far partire gli investimenti e quindi i cantieri fra la seconda metà del 2015 e il 2016" ha detto Bassanini. "Se invece i progetti diventeranno cantierabili nel 2018. Non dico che il piano Juncker non valga niente, ma varrà pochissimo" ha aggiunto sottolineando la necessità di "fare subito tutto ciò che serve per favorire più investimenti di quelli programmati".
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