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Varoufakis, statuto Bce scritto dalla Bundesbank

Varoufakis, statuto Bce scritto dalla Bundesbank

"Immaginiamo una forma alternativa di Qe finanziato al 100% da obbligazioni della Banca europea degli investimenti con la Bce che compra" questi bond "sui mercati secondari: mi piacerebbe chiamarlo 'piano Merkel'"

CERNOBBIO (COMO), 15 marzo 2015, 11:59

Redazione ANSA

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Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, durante i lavori del workshop Ambrosetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, durante i lavori del workshop Ambrosetti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, durante i lavori del workshop Ambrosetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un 'quantitative easing' lanciato dalla Banca europea degli investimenti, che meglio possa rilanciare la ripresa, sostenuto da acquisti della Bce. E il suo nome potrebbe essere 'piano Merkel', propone un po' ironicamente a Cernobbio il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, che al Forum Ambrosetti primaverile sembra aver convinto con il suo buon inglese e idee apparentemente solide la platea di imprenditori e manager. "Immaginiamo una forma alternativa di Qe finanziato al 100% da obbligazioni della Bei con la Bce che compra" questi bond "sui mercati secondari. Questo risolverebbe problemi operativi della Bce perché improvvisamente comprerebbe un solo pezzo di carta con rating 'tripla A' senza doversi preoccupare dei diversi titoli di Stato", spiega Varoufakis che sa comunque di dover affrontare diversi 'no', anche su altri piani.

"Mi dicono che la Bce non accetterà mai discussioni sullo swap perché è scritto nello statuto. Mi dispiace, ma lo statuto è stato scritto dalla Bundesbank", aggiunge il ministro greco. Che non trova però tra gli oratori grandi alleati. Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco gli dice che "senza andare a parlare dell'origine dello statuto della Bce, bisogna guardare avanti" mentre l'ex premier e commissario europeo Mario Monti afferma che "l'atteggiamento provocatorio del governo greco, meno del primo ministro e di quello delle Finanze e più di altri esponenti, sta facendo dissipare il patrimonio di simpatia" verso Atene.

"Il governo dovrebbe mettere bene in luce che la responsabilità della crisi greca di questi anni è soprattutto della Grecia, dei suoi cittadini e dei governi", aggiunge l'ex premier italiano. Il riferimento di Monti alle 'provocazioni' è anche per l'ipotesi del ministro della Difesa ellenico e leader del partito Anel alleato di Syriza, Panos Kammelos, secondo la quale se la Grecia uscisse dall'euro potrebbe essere seguita da Italia e Spagna. Varoufakis non vuole commentare "le dichiarazioni di un altro ministro" dicendo ai giornalisti di chiederne conto a Kammelos, ma vuole lanciare un messaggio all'elettorato greco: "Non rinunciamo a nessuno degli impegni elettorali, abbiamo sempre detto che vanno realizzati nel tempo".

Sulla situazione ellenica il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan assicura che "ogni relazione tra Grexit e Italia è fuori luogo: i rischi per l'Italia non crescerebbero per una Grexit" mentre il 70% della platea del Forum di Cernobbio pensa che un'uscita della Grecia dall'euro sia un'ipotesi "molto bassa" o "inesistente", meno del 24% la giudica una probabilità "bassa" e solo il 5,4% "forte". Il 39% giudica positivo l'operato del nuovo governo greco fino a oggi, il 9% molto positivo, il 21% appena sufficiente, il 25% negativo e il 6,5% molto negativo. Con una curiosità: il voto è stato compiuto due volte, sia prima dell'intervento di Varoufakis sia subito dopo, con un leggero miglioramento per Atene nel secondo sondaggio.

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