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Via libera della Camera al dl su Banche popolari e investimenti

Via libera della Camera al dl su Banche popolari e investimenti

Il provvedimento passa ora al Senato per la seconda lettura

ROMA, 12 marzo 2015, 15:47

Redazione ANSA

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Banche popolari e investimenti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Banche popolari e investimenti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Banche popolari e investimenti - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Via libera dell'Aula della Camera al decreto banche e investimenti che contiene la riforma della governance delle banche popolari. Il provvedimento, approvato con 290 sì, 149 no e 7 astenuti, passa ora al Senato per la seconda lettura. Il decreto deve essere convertito entro il 25 marzo. 

Lega, riforma è svendita, a rischio 20mila posti  - "La riforma delle banche popolari è incostituzionale, discriminatoria, superficiale e crea danni incalcolabili: il governo svende per decreto oltre 150 anni di storia economica del paese e sottrae ai territori la ricchezza che hanno generato, gettando in pasto ai grandi interessi speculativi istituti solidi, che hanno garantito il credito in tempi di crisi". Così il deputato Filippo Busin, che ha annunciato in Aula alla Camera il voto contrario del Carroccio al decreto banche, lanciando l'allarme: "Sono almeno 20mila i posti di lavoro a rischio, come stimato da Assopopolari". "Questa pseudoriforma - ha aggiunto - è un favore ai grandi gruppi speculativi che consegnerà nelle mani di pochi, probabilmente stranieri, le ricchezze e i risparmi delle popolazioni operose e risparmiatrici che vivono nelle ricche terre padane, l'ennesima svendita di un patrimonio non solo economico ma soprattutto culturale".

Sel, riforma un errore, danno a soci e credito - "Con il voto di oggi sul decreto banche popolari la maggioranza mette il sigillo a una storia fatta di inchieste aperte per insider trading da due Procure e dalla Consob, di sospetta incostituzionalità, di un futuro prossimo fatto di almeno 20.000 esuberi e di uno più lontano di cessione a gruppi Esteri di 10 fra le prime banche italiane". Lo afferma Giovanni Paglia, capogruppo Sel in commissione Finanze, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sul decreto banche e investimenti. "Si tratta - prosegue - di un grande danno alle decine di migliaia di soci espropriati dei loro diritti e al sistema delle PMI, continua il deputato di Sel, che subiranno gli effetti della minore offerta di credito, a fronte di un utilizzo più aggressivo della raccolta, proprio delle Spa. Per questo abbiamo parlato di 'effetto serra', per indicare un modello bancario fondato sulla finanza e sui guadagni immediati, anziché sul radicamento territoriale e sul l'assistenza al sistema industriale. Il Governo, forse anche spinto da consulenti non neutrali, ha deciso di andare nella direzione che ha causato la crisi globale, noi restiamo convinti di quella opposta".

Bargero (Pd), bene sostegno a Pmi innovative  - "Creare le condizioni di sistema favorevoli alla nascita e allo sviluppo delle PMI innovative permette di dare un contributo rilevante alla crescita economica e all'occupazione, in particolare a quella giovanile e specializzata, così da creare uno spill-over di conoscenza nei confronti di tutto il tessuto imprenditoriale". Lo dichiara la deputata del Pd, Cristina Bargero. "Il nostro Paese - prosegue Bargero - grazie a provvedimenti come questo diventa sempre più attrattivo per le imprese innovative, incrementando così la propria capacità di attrarre a sua volta investimenti finanziari per tale settore e di essere competitivo sui mercati internazionali".

Palese (Fi), no convinto, riforma congela credito  - "Abbiamo votato con convinzione contro il provvedimento del governo sulla riforma delle banche popolari perché riteniamo che quanto sottopostoci dall'esecutivo sia un segnale sbagliato per i mercati, ma soprattutto per le imprese e le famiglie italiane che in tante piccole realtà avranno maggior difficoltà ad accedere al credito e ad interagire con un sistema bancario sempre più ingessato". Lo dichiara in una nota Rocco Palese, capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio della Camera. "Il governo Renzi, durante il passaggio parlamentare del provvedimento, è stato assolutamente sordo a tutte le nostre proposte migliorative dei contenuti di un Decreto sbagliato nel merito e nel metodo. Ha deciso caparbiamente di andare avanti per la sua strada respingendo tutte le modifiche che abbiamo proposto ad un testo che di fatto espropria i territori stravolgendo il modello portante del sistema bancario italiano e congelando ulteriormente il credito. Un decreto che colpisce, e duramente, anche il Mezzogiorno (ad esempio la Banca Popolare di Bari) e che, favorendo l'ingresso di soggetti 'speculativi' nei capitali delle Popolari, comporterà automaticamente la perdita di fiducia di migliaia di soci e di migliaia di piccoli e medi risparmiatori". "Il Parlamento - conclude - dovrebbe contribuire a migliorare i provvedimenti e non essere ridotto a sbiadito organo che ratifica quando deciso dall'esecutivo. Speriamo infine che il governo e la maggioranza desistano dal disegno di estendere una simile riforma anche a tutto il sistema delle banche popolari e del credito cooperativo".
   

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