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13 ottobre 2014, 13:38

Redazione ANSA

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1) Interventi segnalati alla presidenza del Consiglio

"Caro sindaco l'Italia riparte". Questo l'incipit della lettera che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha scritto lo scorso due giugno, proprio nel giorno della festa della Repubblica, a tutti i sindaci dei comuni italiani. L'intento era quello di chiedere ai diretti interessati quali fossero i problemi più urgenti e le esigenze più pressanti degli enti locali, per poi tenerne conto nella definizione del testo del decreto legge Sblocca Italia.

"Individuate una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare", queste le richieste di Renzi ai sindaci che entro il 15 giugno rispondendo all'indirizzo matteo@governo.it. hanno fatto le loro segnalazioni al governo, proprio come avevano fatto nella precedente consultazione sulla manutenzione degli istituti scolastici e come avevano potuto fare anche i singoli cittadini per la riforma della PA.

"La necessità e l'urgenza di provvedere subito alla ripartenza dei cantieri e alla definizione delle procedure è sotto gli occhi di tutti", concludeva la lettera.

Principalmente, le esigenze dei sindaci sono state riassunte in quattro tipologie di risposte:

1) Mancanza di accordo in caso di coinvolgimento di più amministrazioni, 

2) difficoltà burocratiche di vario genere, 

3) mancanza di risorse, 

4) problemi di pagamento in forza dei vincoli del patto di stabilità. 

Delle lettere dei sindaci si è tenuto conto nell'articolo 4 dello Sblocca Italia, dedicato alle "misure di semplificazione per le opere incompiute segnalate dagli enti locali e misure finanziarie".

2) Esclusione dai vincoli del Patto di Stabilità Interno

Riutilizzare le caserme dismesse, riprendere i lavori bloccati dalla burocrazia, ma soprattutto allentare la morsa del patto di stabilità. Per questa esigenza, fra le più segnalate dagli enti locali al governo, lo Sblocca Italia ha previsto che i pagamenti relativi alle opere indicate dai sindaci sono esclusi dal patto di stabilità, entro limite di 250 milioni di euro il 2014.

A patto che gli interventi siano stati già previsti nel piano triennale delle opere pubbliche e i pagamenti riguardino opere realizzate, in corso di realizzazione o per le quali sia possibile l'immediato avvio dei lavori, da effettuare entro la fine del 2014.

Saranno esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno, per un importo complessivo di 300 milioni di euro, anche i pagamenti sostenuti dopo l'entrata in vigore dello Sblocca Italia, relativi a debiti in conto capitale degli enti territoriali per gli anni 2014 e 2015. L'esclusione opera per 200 milioni di euro relativamente all'anno 2014 e per 100 milioni di euro per il 2015.

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