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Dl lavoro: mediazione Poletti, verso 2 modifiche

Dl lavoro: mediazione Poletti, verso 2 modifiche

Palla passa a Senato; Sacconi, dettaglio può fare la differenza

ROMA, 24 aprile 2014, 12:14

Francesco Carbone

ANSACheck

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Incassata la fiducia a Montecitorio il decreto Lavoro si appresta ad essere consegnato all'esame di Palazzo Madama (dopo il voto finale sul provvedimento alla Camera) dove si prospettano non troppe modifiche tecniche.  O almeno sembrerebbe reggere la mediazione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che al momento non ha incontrato opposizioni da Parte del Pd e di Ncd, che punterebbe a modificare il testo in soli 2 punti: la sanzione per lo sforamento del tetto del 20% e il 'preambolo' sul contratto di inserimento. Ma da qui al Senato le posizioni potrebbero comunque cambiare. E il deputato di Ncd Sergio Pizzolante nella sua dichiarazione di voto spiega: ''il governo avrà la fiducia di Ncd ma ci prendiamo la libertà al Senato di tornare verso il testo originario del governo dicendo sì fin da oggi alla proposta di mediazione di Poletti''.

Il provvedimento arriverà la prossima settimana nelle mani del presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama, Maurizio Sacconi dell'Ncd, che anche oggi ripete: ''Sul decreto per il lavoro la maggioranza di governo non rischia'' ma ''la Commissione Lavoro svolgerà una seconda lettura approfondita del decreto per la quale ho incaricato il senatore Pietro Ichino di svolgere la funzione di relatore''. Inoltre ''l'esame dei dettagli non è certo secondario perché anche un solo dettaglio può fare la differenza tra un apprendista e un disoccupato''. Da quanto sembra almeno dal dibattito odierno si arriverebbe dunque a poche modifiche e concordate. In linea con la mediazione proposta dal ministro del Lavoro dopo una riunione alla Camera. Cioè le modifiche sarebbero solo 2 rispetto alle 4 ipotizzate. E riguarderebbero la trasformazione dell'obbligo di assumere (i contratti a termine se si sfora il tetto del 20%) con un risarcimento monetario a carico delle imprese insieme al 'preambolo' (chiesto da Scelta Civica) che rafforza il contratto di inserimento a tempo indeterminato. Su queste modifiche - spiega il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano rigettando divisioni all'interno del partito - il Pd sarebbe d'accordo. Viceversa se si insistesse su altre modifiche il Pd chiederebbe anche la riduzione da 5 a 4 delle proroghe sui contratti a termine. Un altro punto sollevato dall'Ncd è la formazione per l'apprendistato. La formazione secondo il Nuovo Centro Destra sarebbe un appesantimento per le aziende. Per questo si punterebbe a coinvolgere anche i privati.

Da parte sua Damiano rigetta anche le divisioni all'interno del Pd e eventuali interferenze della Cgil nel percorso parlamentare: ''mi risulta che la Cgil sia molto critica sul decreto lavoro e quindi le presunte accuse di interferenza del sindacato sugli emendamenti del Pd nella commissione della Camera sono solo disinformazione e bassa propaganda elettorale''. Inoltre in commissione ''non c'è stata nessuna divisione o il prevalere di una minoranza e il governo ha dato sempre parere favorevole''. Bisogna quindi vedere ora se la mediazione reggerà. Ma a confortare il governo in questo senso si sono anche i numeri della fiducia alla Camera. Ncd, nonostante chieda di cambiare il testo della legge in Senato, vota compatto sì: su 28 deputati del gruppo, in 27 hanno risposto all'appello. Unico assente, Maurizio Bernardo. Insomma serve un ''miracolo'' per chiudere in Senato? ''Non credo - dice Poletti - penso che le distanze siano assolutamente alla portata''.
   

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