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Niente tagli sanità. Lorenzin vince braccio di ferro

'Vittoria cittadini. Ssn non ha più scuse, subito Patto Salute'

   Entrata in Consiglio dei ministri sul piede di guerra, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ne è uscita, poche ore dopo, 'vincitrice': nessun taglio alla Sanità nel Dl Irpef, anzi, come ha affermato in conferenza stampa lo stesso premier Matteo Renzi, la parola 'sanità' nel decreto non compare proprio. Un braccio di ferro, quello tra i dicasteri della Salute e dell'Economia, durato giorni e dall'esito ancora incerto fino a poco prima della riunione del Cdm.
    Lorenzin, in mattinata, era stata chiara: "Sui tagli alla sanità io sono combattiva fino all'ultimo momento, il sistema nazionale non può reggere tagli lineari", aveva tuonato. Ed ancora: "Non ho pensato di dimettermi; ho pensato invece di combattere", perché "la politica sanitaria e la salute delle persone hanno bisogno di una strategia: se ci sono tagli sugli acquisti a me vanno bene. Nella sanità ci sono ancora tanti sprechi, nelle lavanderie degli ospedali, nelle mense nella gestione dei rifiuti. Ma non si può andare a toccare i servizi primari alle persone". Una levata di scudi, quella del ministro contro i tagli al settore, che ha dato il risultato sperato, sulla base delle argomentazioni chiarite dalla stessa Lorenzin: "Dalla Sanità - aveva ribadito in conferenza stampa nella sede di Ncd prima del Consiglio dei ministri - si può risparmiare moltissimo, ho quantificato dieci miliardi di euro, che però possono essere riarmati attraverso degli interventi strutturali".
    "Disponibile al risparmio", Lorenzin ha però precisato che questo risparmio "non lo gestisce e determina la Ragioneria ma il Ministero della Salute in accordo con la conferenza Stato-Regioni".
    Motivazioni che, evidentemente, hanno avuto un peso nell'ambito della discussione in Cdm. Tanto che, ancora prima che la riunione terminasse, Lorenzin 'esultava' su twitter: "Ufficiale, niente tagli alla Sanità! Non una vittoria personale ma dei cittadini e del SSn. Ora avanti tutta, con Patto salute e riforme".
    Dunque, il ministro ha vinto il braccio di ferro, ottenendo il via libera a quella politica di 'Spending interna' che da sempre ha sostenuto: "Rimane intatto - ha spiegato infatti in serata - il principio che io ho affermato in questi mesi di fare tagli e risparmi attraverso il Patto della salute e reinvestirli in sanità" e "il decreto dà autonomia alle regioni e agli enti locali di gestire una serie di recuperi permettendo per quanto ci riguarda come comparto di effettuare investimenti in innovazione, ricerca e personale''. Ora, è il monito di Lorenzin, "il Servizio Sanitario Nazionale non ha più scuse.
    Bisogna chiudere il Patto sulla Salute in pochi giorni, indicando i risparmi possibili, da reinvestire laddove c'è necessità, ovvero, appunto, in investimenti, farmaci innovativi e ricerca".

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