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La storia del Mediterraneo come un romanzo

La storia del Mediterraneo come un romanzo

Gran narrazione dell'inglese Norwich con attenzione per l'italia

ROMA, 19 dicembre 2020, 10:47

di Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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JOHN JULIUS NORWICH, ''IL MARE DI MEZZO - UNA STORIA DEL MEDITERRANEO'' (SELLERIO, pp. 1100 - 20,00 euro - traduzione di Chiara Rizzuto).
    ''Per seguir virtute e conoscenza'' l'Ulisse dantesco supera le colonne d'Ercole, lo stretto di Gibilterra, unico collegamento tra quel mare chiuso che è il Mediterraneo (nome nato come aggettivo per un mare posto in mezzo a delle terre) con gli altri mari e oceani. Ed è forse proprio per questo suo essere circoscritto e unire tre continenti che quel mare è diventato un po' centro del mondo nell'arco della storia dell'uomo occidentale, dai tempi cantati da Omero sino ai barconi dei migranti odierni, appassionando gli storici per il suo essere ''così vario e così uno'', come ha scritto Fernand Braudel.
    Così di storie e libri sul Mediterraneo ne esistono moltissime e solo rifacendoci ai tempi più recenti e a titoli di successo ecco appunto quelli di Braudel, ormai punti precisi di riferimento, poi le storie degli inglesi Cyprian Broodbank (''Il Mediterraneo'', Einaudi, pp. 674 - 30,50 euro) e David Bulafia (''Il grande mare'', Mondadori, pp. 700 - 23,00 euro, cui ha appena fatto seguito con lo stesso editore una ''Storia marittima del mondo'', pp. 1040 - 40,00 euro), oltre al ricco saggio su voci dalla Bibbia a Yehoshua e Maalouf di Scipione Guarracino (''Mediterraneo'', Bruno Mondadori, pp. 196 - 18,00 euro) e certamente al bellissimo libro di scoperta personale e storica e artistica di Predrag Matvejevic ''Breviario mediterraneo'' (Garzanti, pp. 320 - 20,00 euro).
    Tutto ciò non toglie che questo appena uscito di John Julius Norwich abbia un fascino assolutamente particolare, un una lettura coinvolgente come appunto spesso i miglior libri storici inglesi di alto livello divulgativo, anche probabilmente perché scritto non da un cattedratico ma da un diplomatico (scomparso a 89 anni nel 2018) con la passione per il suo lavoro, la storia e la scrittura. Questo suo libro non solo si legge come, ma è quasi un romanzo, di quelli in cui si intrecciano mille diverse avvincenti vicende e uomini lungo gli anni, i secoli di sei/settemila anni.
    La sua storia inizia con una affermazione, ''Il mediterraneo è un miracolo'', culla di tre grandi civiltà e delle tre grandi religioni monoteiste, e parte dall'inizio della civiltà sulle sue rive, intorno ai tremila anni avanti Cristo, per arrivare alla fine della prima guerra mondiale, che per lui ha radicalmente cambiato tutte le cose. . Così ecco il racconto ''dei principali destini politici delle terre del Mare di Mezzo'' ma col piacere di scoprire storie nella storia, uomini e destini particolari, che avvincono Norwich che li segue e ce li restituisce a tutto tondo per arricchire il discorso di fondo, rendendocene inevitabilmente l'umanità e il colore, la forza e la passione. A affascinarlo in particolare (oltre, per esempio, alle guerre carliste in Spagna) è il nostro Risorgimento e le vicende che porteranno all'unità d'Italia, ''traguardo cui ho anelato quanto Mazzini'', confessa a proposito della appassionata stesura di questa parte, che è una delle migliori per il lettore.
    Si inizia Egiziani, Fenici, Greci, Romani e cartaginesi, per arrivare alle crociate con viaggi, battaglie e pirati, Re imprigionati e liberati. Si raccontano commerci e battaglie navali, successi e disastri, vivacità artistica e scambi culturali come in un film in cinemascope, scoprendo quanto i cosiddetti ''secoli bui'' del medioevo siano stati in realtà vivaci e ricchi di fatti, lotte, con la Terra Santa al centro ma capace di coinvolgere interessi dall'Inghilterra di Riccardo cuor di leone al Saladino.
    A far la parte del leone diremmo Venezia soprattutto per secoli, e poi l'Inghilterra che guarda anche al Mediterraneo.
    Da legge dunque le vicende della Serenissima, tra disfatte e trionfi commerciali e militari, come la descrizione della battaglia di Lepanto nel 1571 tra scontri in mare e battaglie a terra dove i turchi in fuga vengono rincorsi. E andando avanti, tra i tanti capitoli, c'è la lotta inglese per Gibilterra, la conquista di Malta e il controllo del canale di Suez.
    Naturalmente l'ottica è talvolta quella nordica e soprattutto Norwich non risparmia suoi giudizi che altri storici probabilmente non condividerebbero del tutto, come la denuncia della ''barbarie difficilmente superabile'' delle crociate o la deprecabile conquista veneziana di Costantinopoli che secondo lui privò l'Europa di qualsiasi punto di difesa contro l'assalto musulmano.
    Certo, ai momenti in cui il racconto si vivacizza, seguono pagine di un rapido succedersi di fatti e personaggi, perché il piacere del racconto non dimentica mai la necessità della documentazione e informazione corretta, confermata dalla presenza di tavole cartine, da 10 pagine di bibliografia e un indice die nomi per ritrovare o cercare curiosità personali, così che questo librone di oltre mille pagine, si può anche centellinare, lasciandolo e riprendendolo per non esserne sopraffatti.
   

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