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Timm, currywurst in Germania distrutta

Romanzo su voglia di ripresa e conti in anni fine guerra

 UWE TIMM, ''LA SCOPERTA DEL CURRYWRST'' (SELLERIO, pp. 242 -14,00 euro - Traduzione di Matteo Galli).
    Non invenzione, la currywurst, femminile, cui si arriva per caso, per un incidente, che però la protagonista sa ben sfruttare. Ce lo racconta questo curioso romanzo di Uwe Timm che, a dispetto del titolo rassicurante dedicato a un wurstel al curry, ripercorre la devastazione tedesca - dal 29 aprile del '45 (data del matrimonio fra Hitler e la Brown) ai primi anni affamati del dopoguerra - attraverso il racconto vivace e appassionato della scopritrice di questo cibo di strada, Lena Brucker.
    La scrittura felice e coinvolgente del romanzo, l'uso sapiente del parlato e la sua lievità apparente, con affondi nello stato d'animo quotidiano di quei giorni terribili, attraverso il vissuto di gente qualunque, ne fanno un piccolo capolavoro di ricostruzione letteraria di uno dei periodi più neri della storia tedesca e europea. E' il tema su cui Timm ama riportare l'attenzione, il momento di una qualche ipotetica resa dei conti nella Germania devastata dal nazismo e dai bombardamenti, come già accaduto col romanzo saggio ''Un mondo migliore''.
    Anche Lena, ormai novantenne, è per il narratore una sopravvissuta e una testimone. Vive in un pensionato quando questi viene a intervistarla, tornato ad Amburgo e curioso di ritrovare ricordi e sapori della sua infanzia. Primo tra questi, l'indimenticabile currywurst, che la stessa Lena giovane gli serviva nel suo chiosco, sempre gremito di clienti ansiosi di gustare quella stravagante salsiccia al curry, col suo irrinunciabile ''sapore di macerie e nuovo inizio''. Vuole sapere il narratore come è nata davvero quella salsiccia. Ma Lena, prima di arrivare alla risposta, ha bisogno di raccontare quegli anni, la sua vita e solo nelle ultime pagine del libro svelerà il segreto della sua scoperta. La vecchia signora, tra l'altro oramai cieca, mentre parla , sferruzza componendo un pullover fantasioso con disegni di un panorama a colori, che diviene forse una metafora della ricostruzione, della ripartenza della vita dopo l'orrore della guerra. I ferri si muovono e i ricordi scorrono e corrono, si inseguono e si alternano a momenti di quel presente-passato che lei sente di rivivere come fosse oggi. Così l'ascolto dell'autore e la nostra lettura ci coinvolgono in questa affabulazione con la capacità di rendere vivo e visibile quel che viene raccontato, anche per la costruzione, sempre a incastro come spesso in Timm, quasi cinematografica che ci rende come spettatori di una storia personale densa di anticipazioni e flashback, mentre la vita va per la sua strada e si sente il bisogno di ricominciare, tra distruzione e paura, fra amore per il marinaio Bremer con la passione per le parole crociate, e bugie buone e meno buone utili per sopravvivere e trovare una ragione.
    La giovane Lena non sfugge alla violenza della storia, non finge di non sapere, non fa niente di grande, ma con intelligenza e volontà entra nel meccanismo di quegli anni e tiene testa alla sua vita, ricostruendola un pezzetto alla volta, così come la racconta. E per un banale incidente domestico, in modo semplice e quasi per caso, diventa la scopritrice della currywurst, ma allo stesso tempo si riappropria anche della propria dignità. Questo romanzo è quindi articolato e ricco, anche di rimandi letterari e classici, e per entrarvi dentro più in profondità c'è da leggere ''La madeleine amburghese'', la bella postfazione di Matteo Galli, traduttore del libro, capace di un'analisi articolata dei livelli di scrittura, dei simboli e delle 'invenzioni' che nasconde, grazie alla ''abilità e alla capillarità con cui Timm ha saputo disseminare il proprio testo di una infinita serie di oggetti, elementi, dati, dettagli capaci di restituire con una precisone davvero rara il sapore di un preciso luogo e di una precisa epoca…''. E come il racconto, che si conclude con la parola ''novella'', anche il saggio termina parlando di come Timm definisca questa storia a quel modo, legandosi alla definizione del contenuto che ne dà Goethe: ''accadimento inaudito realmente verificatosi'', con quel riferimento alla realtà, come evidenziata e illuminata da un fatto inaudito e sorprendente. In questo caso si tratta del currywurst, che ha poi una sua storia cui Timm potrebbe essersi ispirato con la libertà del narratore (si veda il sito del Currywurst Club di Amburgo www.wurstflash.de). (ANSA).
   

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