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Gazzola, arriva la mia Costanza Macallè

Protagonista della nuova serie 'Questione di Costanza'

ALESSIA GAZZOLA, QUESTIONE DI COSTANZA (LONGANESI, PP 343, EURO 18,60) - Alessia Gazzola si prende una pausa dalla sua Alice Allevi per dare spazio a una nuova figura, quella della paleopatologa Costanza Macallè protagonista del romanzo, 'Questione di Costanza' pubblicato da Longanesi, con cui inaugura una nuova serie. Ma che cos'è la paleopatologia? "E' un po' come la medicina applicata all'archeologia, si studiano le malattie del passato a partire dai resti umani. Mummie, roba così" spiega la scrittrice bestseller.
    Dopo la fortunata serie da un milione di copie vendute in Italia da cui è stata tratta la fiction 'L'allieva' con Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale, ci troviamo di fronte a una madre single di 29 anni, specializzata in anatomia patologica, che dalla Sicilia si trasferisce un po' controvoglia, con la figlia Flora, in Veneto perché a Verona c'è uno dei pochi centri italiani di Paleopatologia e vive anche la sorella di Costanza, Antonietta.
    "Ho preso una pausa rispetto ad Alice, ma non escludo che un domani possa tornare. Con la scrittura vale ancora di più il 'mai dire mai' e poi non riesco a chiudere la porta in maniera definitiva, ma avevo voglia di nuove storie e ambientazioni. Su Alice avevo detto tanto e tutto", racconta all'ANSA la Gazzola, originaria di Messina dove è nata nel 1982, medico chirurgo specialista in medicina legale, che ha esordito nella narrativa nel 2011 con 'L'allieva' di cui si sta girando la terza serie per Rai1. "La serie si distanzia molto dai libri ma, pur nella diversità, è divertente. Ho collaborato come consulente. E' un prodotto ben fatto. Le scelte narrative sono diverse ma l'atmosfera dei romanzi è presente", spiega la scrittrice che ha dedicato otto volumi all'Allieva.
    Alice e Costanza sono diverse per tanti aspetti ma hanno qualcosa che in fondo le accomuna. La Allevi aveva "un sano egoismo giovanile" mentre per la Maccalè la "priorità è Flora, la sua bambina. E' difficile non ci sia qualcosa del mondo dell'autore nelle storie. Costanza ha la mia stessa età e come me è una ragazza di Messina trasferita a Verona. "Quei sentimenti di nostalgia che prova sono cose che ho vissuto", dice la Gazzola.
    La Macallè tutto voleva fare tranne che dissotterrare vecchie ossa e analizzare resti centenari ma, in attesa di trovare il lavoro dei sogni in Inghilterra, deve resistere un anno a Verona, quanto dura il contratto con l'Istituto di Paleopatologia. Al concorso per titoli è arrivata seconda in graduatoria su due, ma la vincitrice ha rifiutato e così il posto è toccato a lei. Costanza non è una viaggiatrice, ma nel libro fa una piccola escursione fuori porta e "andrà anche in Francia", racconta la Gazzola che ha già in mente una "trilogia per la Macallè".
    'Questione di Costanza' "non è un giallo ma una piccola raccolta di indizi. C'è un'indagine storica e una medica. Con la paleopatologia si possono scoprire cose interessanti", spiega la scrittrice che ci tiene a precisare che "fatti realmente avvenuti si mischiano ad altri immaginati dalla fantasia dell'autore". Così tra i luoghi e le figure che troviamo nel libro non esiste una necropoli a Montorio e nella Torre Abbaziale di San Zeno a Verona non è conservato nessun manoscritto delle Cronache Veronesi di Paride da Cerea. Mentre Selvaggia e Binacofore furono realmente due figlie naturali di Federico II. "Questo libro non potrebbe esistere senza l'imprescindibile ausilio del Dipartimento di Paleopatologia dell'Università di Pisa, nella persona del professor Gino Fornaciari, che mi ha aperto le porte del suo Istituto e della sua conoscenza con generosità ed entusiasmo e mi ha raccontato la storia di una treccia deposta insieme a un cavaliere" racconta la Gazzola. (ANSA).
   

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