(di Mauretta Capuano)
(ANSA) - ROMA, 16 GIU - Sono "eroine del compromesso, non
della ribellione le protagoniste dei romanzi di Jane Austen ed è
questo a renderle moderne". A mostrarci quanto ancora oggi ci si
possa rispecchiare nelle storie raccontate dall'autrice di
'Orgoglio e pregiudizio' è Annalisa De Simone nel libro 'Le
amiche di Jane' che esce in questi giorni nella serie
PassaParola di Marsilio, dedicata a brevi memoir di autori
italiani che si confrontano con un libro speciale.
"E' stata una prova di scrittura interessante e un'occasione
per capire di più me stessa. Ho usato una prima persona che
corrispondeva a me, senza schermarmi dietro a un personaggio"
dice all'ANSA la De Simone, 36 anni, scrittrice, attrice e
coreografa, che ha esordito nella narrativa nel 2013 con 'Solo
andata' (Baldini&Castoldi) e con Marsilio ha pubblicato 'Non
adesso, per favore' e 'Le mie ragioni te le ho dette'.
"I romanzi della Austen sono tutti una variazione sullo
stesso tema: 'Cosa significa crescere?' e questa è una parabola
universale. Anch'io mi sono fatta le domande che si fa
Elizabeth-Lizzy Bennet in 'Orgoglio e pregiudizio': dove voglio
andare? e chi voglio essere?. Però mi sono rispecchiata anche in
Austen, scrittrice che ha vissuto una vita piena di desiderio.
Ha descritto tanto dell'amore, ma non ha conosciuto la vita di
coppia, è morta vergine a 42 anni ma non sposarsi per lei è
stata una dimensione di libertà" spiega la De Simone che
partendo dalla sua passione per la Austen ci fa riscoprire la
madre del romanzo inglese dell'Ottocento e costruisce un
percorso di educazione sentimentale.
Come si sopravvive agli incontri d'amore e alle separazioni?
Come si consolano le amiche innamorate di uomini sposati o, se
non sposati, bugiardi? Come si fa a essere una donna libera? E
quanto conta ancora oggi il matrimonio? Fate quello, sembra
dirci la De Simone, che farebbero le eroine di Jane Austen, da
Elizabeth Bennet a Fanny Price, a Emma e Wickham, per non
parlare di Darcy.
"L'orgoglio negli scritti della Austen oscilla sempre tra
virtù e vizio, può essere anche amor proprio. Rileggendola mi
sono resa conto che le emozioni che racconta sono profondamente
moderne, perché l'intelligenza che chiede alle sue eroine
ventenni è pratica. Elizabeth non è molto bella né colta, ma
nella sua parabola di crescita non si mette mai in testa di fare
una rivoluzione sociale, vive i limiti della sua condizione
storica cercando di trovare un suo posto. Tutte le eroine della
Austen subiscono una forte umiliazione e attraverso questo
diventano più capaci di leggere il mondo per come è. Dai sogni
infantili al compromesso con la realtà, è un po' quello che
crescendo accade a tutti, uomini e donne" dice la scrittrice.
Inoltre la Austen, che secondo la De Simone "è più ribelle
delle sue eroine", non stravolge "il canone del lieto fine, ma
porta a guardare l'ambiguità della vita interiore. Le
protagoniste sono figure positive, ma capaci di sentimenti
biechi. Questo rende tutto più incerto e inaffidabile ed è un
altro elemento moderno". L'equivoco che invece ancora oggi
rimane è di considerare l'autrice di 'Ragione e sentimento' ed
'Emma' adatta a una platea femminile. "Questo mi stupisce,
perché i suoi romanzi parlano di noi in modo così profondo da
diventare universali" sottolinea la scrittrice, che dal 2017 è
presidente del Teatro Stabile d'Abruzzo e nel libro ci regala
anche divertenti aneddoti. (ANSA).