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C'era una volta Andreotti di Franco

C'era una volta Andreotti di Franco

Ritratto di un uomo, biografia di un paese.

ROMA, 30 gennaio 2019, 10:00

Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

C 'era una volta Andreotti, di MASSIMO FRANCO - RIPRODUZIONE RISERVATA

C 'era una volta Andreotti, di MASSIMO FRANCO - RIPRODUZIONE RISERVATA
C 'era una volta Andreotti, di MASSIMO FRANCO - RIPRODUZIONE RISERVATA

     MASSIMO FRANCO, 'C'ERA UNA VOLTA ANDREOTTI. Ritratto di un uomo, di un epoca e di un Paese' (Solferino, pag. 488, euro 18,50).
    ''A cent'anni dalla sua nascita, farsi suggestionare dalla vulgata secondo la quale siamo ancora immersi in un 'secolo andreottiano' significherebbe perpetuare un mito consunto.
    Mentre un'Italia lacerata e sfiduciata vive una delle sue crisi più traumatiche, Andreotti è davvero un personaggio del passato, nonostante la pervicacia dei suoi accusatori nella magistratura e nella politica e la difesa strenua che della sua memoria 'dannata' fanno i figli e alcuni superstiti della Prima Repubblica''. Massimo Franco, in occasione di quel centenario - era nato il 14 gennaio 1919 - pubblica riveduta e corretta la sua biografia di Giulio Andreotti, uscita per la prima volta nel 2008 col titolo 'Andreotti. la vita di un uomo politico, la storia di un'epoca', e che è anche la storia di un paese che ''dice di voler risolvere gli enigmi, in realtà se li tiene, se li coccola e ci sguazza dentro come se fossero un rassicurante Purgatorio nel quale scavarsi una nicchia: forse perché la condizione inconfessabile è che il Purgatorio italiano non spalanca le porte del Paradiso, ma dell'Inferno''. Andreotti è senza dubbio uno di quegli enigmi di cui Franco cerca di dipanare il gomitolo raccontandone la storia. Nei ben 25 capitoli del corposo volume - ma come potrebbe non esserlo - arricchito anche da un elegante apparato fotografico, l'autore ripercorre i momenti salienti della crescita, della carriera, della disgrazia e della fortuna, di una vita che si è conclusa il 6 maggio del 2013 ma che sembra durata non 94 anni ma qualche secolo. C'è tra le foto inserite da Franco nel volume, un vero e proprio romanzo dell'Italia del Dopoguerra, quella bellissima e significativa dello scranno di Andreotti al Senato, nei posti di senatore a vita: rimane l'impronta indelebile della sua testa nella poltrona. Nessuno, come lui, lascia un segno così forte. Così Giulio, nipote del cappellaio di Segni, che ha iniziato la sua carriera in Vaticano facendo il chierichetto, e quella politica dalla mamma che gli aveva insegnato a diffidare da chi parlava difficile è tutto nei suoi silenzi, nel suo sguardo tagliente, persino della fisicità che difficilmente poteva lasciare indifferenti ad incontrarlo nei corridoi del Senato che fino all'ultima forza ha frequentato. Inutile elencare i personaggi, gli eventi, della sua vita unica da tutti i punti di vista, che nel bel libro di Massimo Franco scorrono con evidenza cronistica e che catturano il lettore per il taglio quasi letterario. ''Solo quando tutti i protagonisti scompariranno, e gli archivi andreottiaiani saranno spulciati fino in fondo dagli storici, forse sarà possibile provare a costruire un profilo meno viziato dalla polemica politica''. Il libro viene presentato a Roma mercoledì 30 gennaio, nel complesso Monumentale di san Salvatore in Lauro, alle 18 da Stefano Andreotti; Lucio Caracciolo, Mario Monti. A moderare Luciano Fontana.
   

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