(di Titti Santamato)
BOWIENEXT DI RITA ROCCA E FRANCESCO
DONADIO (Arcana Edizioni, pagg. 255, euro 29). "David Bowie è
stato l'artista più significativo e interessante con cui io
abbia mai lavorato in tanti anni di Rca e Bmg. L'uomo era
completamente diverso da come appariva sul palco. In fin dei
conti era, come si dice a Roma, un pezzo di pane". E' la
testimonianza affettuosa e verace di Carlo Basile, storico
manager italiano di Bowie. E' una delle tante, preziose voci del
libro BowieNext, il tributo all'artista inglese messo insieme da
Rita Rocca, giornalista Rai e film maker, e Francesco Donadio,
scrittore e critico musicale. Raccoglie come in un 'cut up' -
tecnica letteraria resa celebre dallo scrittore William
Burroughs e usata dallo stesso Bowie per scrivere canzoni - le
testimonianze di musicisti e fan che lo hanno seguito per anni.
E che ne sono stati ispirati.
BowieNext è la trasposizione su pagina del documentario
omonimo andato in onda su Rai5. Un film corale che racconta la
galassia David Bowie a quasi tre anni dalla scomparsa e a 31
anni dal suo arrivo in Italia 'live' per la prima volta con il
Glass Spider Tour. Nel documento video, come nel libro, ci sono
tanti tributi artistici ispirati al Duca Bianco e inviati dai
fan da tutto il mondo. Animazioni, disegni, testimonianze,
spettacoli teatrali, performance, brani originali. "L'idea era
non copiarlo, non prendere dei pezzi di repertorio, ma creare
qualcosa di originale ispirato a lui", ha spiegato Rita Rocca.
Imperdibili le testimonianze raccolte dai due autori, dei
musicisti che hanno lavorato con Bowie per tanti anni come Mike
Garson, Gail Ann Dorsey, Woody Woodmansey, Mark Plati, Rick
Wakeman, Earl Slick, Reevs Gabriel, Sterling Campbell. E c'è
anche quella di Lindsay Camp, l'artista che ha insegnato a Bowie
la gestualità e lo stare sul palco, anche lui morto pochi mesi
fa in Toscana, dove aveva scelto di vivere. E di giornalisti
stranieri e italiani che lo hanno studiato o incontrato come
Paul Trynka o Simon Reynolds e Mariam Fecchi e Barbara
Condorelli, solo per citarne alcuni. Tra i contributi italiani
spicca quello di Dario Argento, che incontrò Bowie a metà degli
anni '90 ("potevi parlarci per giorni e poi ti rendevi conto che
di lui non avevi capito ancora nulla") e di Sidney Rome che lo
ha conosciuto a fine anni '70 nel periodo berlinese ("ne serberò
sempre un bellissimo ricordo per quei giorni sereni e
spensierati").
Il libro racconta in un ordine cronologico ed emotivo
l'artista David Bowie e l'uomo David Jones dai primi anni di
carriera e fino all'ultimo disco Blackstar. "Un'opera musicale
meravigliosa - spiega Mike Garson, suo pianista dai tempi di
Ziggy Sturdust - ho sempre saputo che era speciale. Fra trecento
anni ci ricorderemo di lui. È il nostro Beethoven, lo Chopin di
questo secolo. Troveremo sempre la sua musica". (ANSA)
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