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Formisano, racconto dramma degli esodati

Formisano, racconto dramma degli esodati

Esce il 27 novembre il suo primo romanzo 'L'esodo'

ROMA, 25 novembre 2018, 12:03

Redazione ANSA

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(di Mauretta Capuano) CIRO FORMISANO, L'ESODO (D&M EDIZIONI, pp.126, euro 12,90). Senza nessuna possibilità di scelta, in cerca con dignità di una soluzione a un problema piovuto dal cielo. Francesca, sessantenne, impiegata, lascia il lavoro per andare in pensione ma non può più ottenerla: le regole sono improvvisamente cambiate e dovrà aspettare altri 7 anni. E' un'esodata, una categoria che non esisteva prima del 2012, è la protagonista di un dramma umano, prima che politico, che Ciro Formisano racconta nel suo primo libro 'L'esodo'. Il romanzo, pubblicato da D&M Edizioni, arriva in libreria il 27 novembre, dopo il film omonimo del 2017 con Daniela Poggi, premiato al Globo d'Oro 2018, ma scritto prima del film dove, come nel libro, c'è una parte dedicata all'allora ministro del lavoro Elsa Fornero che lo ha visto e ne ha parlato come di "un'occasione mancata perchè non era stata interpellata. Le ho chiesto quindi se voleva fare la prefazione al libro ma per lei l'argomento è chiuso" racconta Formisano.
    Quello che non si spiega, per Formisano che si è appassionato a un problema che generazionalmente non gli appartiene, "è perchè non siano stati salvaguardati tutti. Ne mancano ancora seimila. Il vice premier e ministro Luigi Di Maio ha incontrato una delegazione di esodati e si è detto disponibile ad affrontare la situazione, ad effettuare l'ultima salvaguardia che chiuderebbe definitivamente la questione. Lo Stato è fatto di persone, non di numeri e finanza. Vediamo" sottolinea Formisano che ha scelto come protagonista una donna "perchè le donne riescono sempre a dare l'idea di un'epoca meglio di un uomo".
    Senza reddito, con la responsabilità dell'adorata nipote adolescente Mary, Francesca finisce a mendicare sotto i portici di Piazza della Repubblica a Roma. Le persone si incuriosiscono, la sua immagine non corrisponde allo stereotipo della mendicante. Nei primi tempi riesce a tenere Mary all'oscuro di tutto, ma la miseria incombe. "Avete fatto il '68 e ora fate la fame" le dice, finchè un giorno scopre la nonna in ginocchio a chiedere l'elemosina e scappa di casa. Il dolore di Francesca è enorme, passa le notti ad ascoltare vecchi nastri con la voce di Mary bambina. Sotto i portici subisce attacchi da parte di una zingara, le rubano i soldi che le sono stati donati, ma trova anche degli amici, tra cui un pittore tedesco che è una delle figure più belle del libro.
    La storia di Francesca, che viene definita una "mendicante di Stato", è "un caso limite, non è la condizione di tutti gli esodati. Nella sua vicenda ho inserito elementi di persone che ho incontrato in questi anni. E' un puzzle di avvenimenti, situazioni" dice all'ANSA Formisano, videomaker, 41 anni, originario di Torre del Greco, che ha seguito corsi di regia al Dams di Bologna e nel periodo del governo Monti ha seguito e documentato le proteste degli esodati a Roma raccolte nel documentario 'Figli dell'esodo'.
    "Nel 2012 c'è stata la rottura di un patto fra lo Stato e i cittadini. Attaccare le pensioni vuol dire colpire le persone in un momento importante e delicato della loro vita. E' come colpire i bambini. Toglie le speranze" racconta Formisano che attraverso la causa degli esodati ha voluto "denunciare una nuova categoria di persone impoverite dalle crisi economiche". E aggiunge: "considero Francesca l'incarnazione dell'Italia nel 2012" sottolinea Formisano che con il libro spera "di riaccendere l'attenzione su questo tema e si augura che in futuro non vengano commessi errori di questo tipo".
    Tante le difficoltà che Formisano ha dovuto superare per realizzare film e libro, anche "la diffidenza dei tanti esodati che ho incontrato" e poi di produttori ed editori. "Alla fine ho prodotto io il film con un vero low budget. Abbiamo avuto nomination ai Nastri d'Argento, vinto 12 festival nazionali e il Globo d'Oro, avrei preferito che andasse direttamente in tv perchè così sarebbe stato più immediato l'impatto, ma la Rai non mi sembra abbia la volontà di trasmetterlo" racconta.
    Francesca sta seduta e aspetta. Non urla contro nessuno. Non fa nulla per far tornare la nipote. "E' una protesta diversa quella degli esodati. Alcuni piangevano mentre raccontavano la loro condizione ma mi chiedevano 'questo non lo mettere'. L'ho trovata un'enorme dimostrazione di dignità" afferma l'autore ed è convinto che il film e il libro siano "una memoria storica, che resterà nel tempo", al di là di tutto.
   

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