Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mary Shelley in versi e acquerelli

Mary Shelley in versi e acquerelli

Nel libro di Lita Judge è una sorta di punk ante litteram

ROMA, 21 settembre 2018, 12:52

Mauretta Capuano

ANSACheck

Mary e il mostro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mary e il mostro - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mary e il mostro - RIPRODUZIONE RISERVATA

LITA JUDGE, 'MARY E IL MOSTRO' (IL CASTORO, PP 312, EURO 15,50). L'impatto emotivo di quello che Mary Shelley ha vissuto, l'unicità della sue scelte, l'incredibile storia di una delle più originali scrittrici inglesi del XIX secolo, sono raccontate in versi liberi e illustrate con acquerelli in bianco e nero da Lita Judge nella biografia 'Mary e il mostro', pubblicata da Il Castoro nella traduzione di Rossella Bernascone. Un libro davvero unico, speciale, che esce nel bicentenario dalla pubblicazione di Frankenstein, uscito nel 1818. "In America l'immaginario su Frankestein è legato ai primi film in bianco e nero. Non scegliere i colori è stato anche un modo per collegarsi a quell'immaginario comune e allo stesso tempo per mostrarne una variante diversa. Ho scritto in versi perché la poesia per Mary era importante, ha avuto un ruolo nella sua vita, lei si è innamorata di un poeta e ha vagabondato per l'Europa per seguirlo. E poi perché poteva essere di maggiore impatto e avere una corrispondenza più reale con l'immagine che stavo dipingendo" spiega all'ANSA Lita Judge, originaria dell'Alaska, che vive in America, e nel suo ritratto fa della Shelley una punk ante litteram mai domata dalle convenzioni sociali. Quando Mary Shelley scrisse Frankestein aveva 19 anni, tre anni prima era rimasta incinta, avevo perso il bambino che aspettava e più tardi ne perderà altri due. Era stata ripudiata dal padre, aveva vissuto la solitudine, la disperazione e non si era mai liberata dal senso di colpa per la morte della madre alla sua nascita. Eppure aveva trovato la forza di andare avanti e di scrivere un capolavoro che ha ispirato scrittori, sceneggiatori, registi e produttori.
    "Scoprire una giovane donna così brillante e intelligente nonostante il dolore che aveva patito da giovane e le perdite che aveva dovuto affrontare. Rendersi conto della sua resilienza e forza è stato quello che mi ha spinto a scrivere. Spero di avere portato una prospettiva nuova legata anche al mio occhio di artista. Ho cercato di restituire il più possibile, oltre alle informazioni corrette, l'immagine e impressione della persona. Le altre biografie sono distaccate e soprattutto non sono riuscite a rendere due cose che tornano come fondamentali in Frankestein: l'impatto che ha avuto sulla psiche di Mary l'isolamento e il rifiuto di cui è stata al centro" spiega la Judge che ha lavorato cinque anni al libro consultando carteggi, diari e archivi. La storia della scrittura di 'Mary e il mostro' è a sua volta per l'autrice il racconto di una rinascita. "Ho avuto una lunga malattia, sono stata bloccata a letto per un anno e leggere mi ha aiutata. Sono diventata sempre più ossessionata da Mary Shelley, volevo sapere tutto di lei e mio marito per aiutarmi mi ha portato i suoi diari. Ho pensato che avrei voluto leggere la sua storia da giovane e che volevo farla conoscere ai ragazzi e alle ragazze" aggiunge.
    Non ci sono scoperte inedite rispetto alle altre biografie di Mary Shelley nel libro della Judge ma uno sguardo diverso sulla sua storia di "amore e ribellione" e sul rapporto di tutto questo con la creazione di 'Frankestein'.
    "La differenza è che la maggior parte delle biografie riportano i fatti senza riuscire a rendere il loro valore emotivo. Inoltre, in molti casi viene descritta come una sorta di comare stizzita, una donna un po' arpia. La vedono come una figura negativa e non riescono a rendere l'idea della portata di quello che ha scritto e di ciò che ha vissuto" sottolinea la Judge. Nei suoi diari, secondo la Judge, "i parallelismi con Frankestein sono evidenti: "il fatto che Mary descriva il senso di colpa che prova per la morte della madre e il fatto che non possa scindere la sofferenza di vita da ciò che ha scritto è parte della ragione per cui Frankestein è un capolavoro della letteratura moderna. Ecco perché - dice - ho voluto cercare di rendere le emozioni che lei ha provato e perché ho voluto raccontarle in prima persona. Spero possano raggiungere il più possibile le adolescenti di oggi".
    Nelle immagini che rappresentano la sua vita reale, gli eventi in cui è coinvolta dall'esterno, i dettagli sono puliti, i contorni ben definiti. Quando siamo all'interno della sua testa e vediamo ciò che sognava e temeva, i suoi incubi e paure, allora le illustrazioni si fanno più espressioniste, più irreali.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza