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Causse, non possiamo vivere senza rosa

Causse, non possiamo vivere senza rosa

Esce per Harper Collins 'La felicità ha il colore dei sogni'

MILANO, 11 settembre 2018, 12:19

Gioia Giudici

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 I lottatori che vestono in rosso hanno più probabilità di vincere di quelli in blu, i taxi gialli hanno il 9% di incidenti in meno di quelli scuri, i detenuti che passano il loro tempo in celle dipinte di rosa diventano meno aggressivi: come si potrebbe immaginare un mondo senza colori? Se lo domanda lo scrittore e designer Jean Gabriel Causse nel romanzo 'La felicità ha il colore dei sogni' (Harper Collins - 328 pagine, 18.00 € ).
    Già autore del saggio best seller 'Lo stupefacente potere dei colori', Causse è specializzato negli effetti del colore sulle percezioni e sul comportamento e dal 2007 è membro del Comité Français de la Couleur, dove si ragiona sulle nuove tendenze del colore nella moda, nel lusso, nell'arte. Protagonista del suo primo romanzo, che ha la leggerezza e i toni fiabeschi del film '"Il favoloso mondo di Amelie", è una donna che ha la sua stessa passione per i colori: si chiama Charlotte, fa la giornalista radiofonica ed è cieca dalla nascita. "Non esistono - sottolinea Causse - due persone che percepiscono un colore nello stesso modo, ad esempio per ognuno il blu ha una sfumatura o un significato diverso, e anche una persona non vedente a suo modo percepisce i colori. Li percepisce in modo fisico, anche senza l'uso della vista, sente la loro energia: ecco perché Charlotte è la protagonista perfetta per questo romanzo".
    E' lei l'esperta che viene interpellata quando un giorno, all'improvviso, i colori scompaiono dal mondo. Se ne vanno uno alla volta, prima il giallo, poi il rosa, e il rosso, fino a lasciare una nuova realtà tutta in bianco e nero, dove l'umanità sprofonda nella tristezza e nella depressione, le Borse falliscono, l'Lsd diventa legale. "La scomparsa dei colori - racconta Causse - è una metafora del mondo di oggi. Ho scelto di partire dal giallo perché è associato al colore del sole, a ciò che dà la vita ed emana calore. Ho pensato che il giallo, in questo senso, potesse essere la fonte primaria di tutto, il colore da cui tutto deriva. E quindi, senza di esso, tutto perde di significato". Il colore di cui però non si può proprio fare a meno per Causse è "il rosa. Perché è il colore della gioia, è il più affascinante e quando vediamo un oggetto rosa si attivano i ricettori della felicità. Anche nel romanzo, dopo il giallo e il rosa sparisce il rosso, perché è il colore della forza e della seduzione, poi il blu perché infonde pace e tranquillità, poi il verde...e dopo l'ordine di "sparizione" non ha più importanza".
    I colori, ovviamente, torneranno. E quando lo faranno, tutti capiranno le parole di Charlotte: "per cogliere il mistero del colore non basta vedere i colori, bisogna guardarli". Per farlo "l'importante - suggerisce Causse - è vivere ogni istante, prendersi un momento per guardarsi intorno e apprezzare ciò che ci circonda, cogliere ogni particolare. Gli studi dicono che oggi non riusciamo a mantenere la concentrazione, a guardare un oggetto per più di trenta secondi. Cerchiamo di invertire la tendenza! Pensate al piacere che proviamo quando riceviamo dei fiori, ai loro colori brillanti: perché non cerchiamo di ritrovare lo stesso piacere guardando la natura che ci circonda? I fiori sono ovunque e spesso non li percepiamo".
   

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