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Villaggio, libro inedito a un anno morte

Villaggio, libro inedito a un anno morte

Esce 'Italiani brava gente... ma non è vero!'

ROMA, 03 luglio 2018, 10:03

di Mauretta Capuano

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La copertina di 'Italiani brava gente...ma non è vero! ' di Paolo Villaggio - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina di  'Italiani brava gente...ma non è vero! ' di Paolo Villaggio - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina di 'Italiani brava gente...ma non è vero! ' di Paolo Villaggio - RIPRODUZIONE RISERVATA

 PAOLO VILLAGGIO, ITALIANI BRAVA GENTE...MA NON È VERO! (La nave di Teseo, PP 224, euro 12). A un anno dalla morte di Paolo Villaggio, il 3 luglio 2017, arriva un libro inedito del maestro dell'umorismo italiano, con una prefazione e una postfazione del ragionier Ugo Fantozzi che spiega di averlo dato in lettura alla moglie, la signora Pina, secondo la quale "si capisce che è scritto da un finto intellettuale di sinistra".
    E in prima visione assoluta su Sky Arte (canale 120, 400 e 106 di Sky) va in onda alle 22.10, proprio nell'anniversario della scomparsa, il docufilm 'La voce di Fantozzi' con la regia di Mario Sesti, contributi inediti dello stesso Villaggio e testimonianze fra gli altri di Renzo Arbore, Diego Abatantuono, Roberto Benigni, Fiorello, Maurizio Costanzo, Dario Fo e Milena Vukotic (Pina Fantozzi). Ritrovato dai figli nell'archivio di famiglia e presentato per la prima volta ai lettori, a cura di Francesco Schietroma, il libro 'Italiani brava gente... ma non è vero!', pubblicato da La nave di Teseo, è un ritratto spietato e satirico di come siamo e di come vorremmo essere. Una galleria di appunti, riflessioni e pensieri, scritti nel tempo ma senza data come sono raccolti nel libro, che mostrano i luoghi comuni sui vizi e virtù italiche.
    Ad emergere è l'arte di fingere buoni sentimenti e la vanità degli italiani. Dalla politica alla tv, alle nuove tecnologie, dal sesso alla cronaca, Villaggio ci mostra le nostre ossessioni e debolezze infilando il dito nella piaga. Ecco il ritratto dell'Italia: "un paese ignorante televisivo, pieno di contraddizioni, pieno di Mafia, di Camorra, di tangentisti, di ladri, penultimo in Europa" scrive nella conclusione. E ancora: "Qui da noi, da sempre, c'è un'abitudine radicata profondamente nella nostra cultura: non si dice mai la verità, soprattutto quando si parla di sé. La frase 'Vede, io sono un uomo fondamentalmente buono' va così tradotta: 'Io sono una carogna, ho subìto troppe umiliazioni nella vita, sono capace di scrivere lettere anonime, delazioni e, spesso, ho pagato degli iettatori professionisti per nuocere ai miei amici più cari'" dice Villaggio nel libro. Scanzonato e amaro, Villaggio - che fino all'ultimo ha sofferto per non aver visto riconosciute, soprattutto in Italia, le sue doti di narratore, offuscate dal personaggio e dalla maschera che lui stesso aveva creato e dalla fortuna in tv e al cinema - si sofferma più volte in queste pagine sulla televisione e sull'isolamento dei social. "La cultura televisiva, lentamente e in silenzio, ha inghiottito tutti e ha quasi eliminato - dice - le differenze. E' stata una grande rivoluzione silenziosa: ha abbassato il livello culturale e ha omologato tutto e tutti". I ragazzi, continua, "parlano poco, i loro strumenti di comunicazione sono ormai WhatsApp, Skype, Facebook, Twitter, e in questo mondo di omologati e' scomparsa ogni curiosità di conoscere gli altri, perchè sono tutti uguali".
    Profetico in alcune riflessioni, diretto e senza peli sulla lingua, il creatore e interprete del ragionier Ugo Fantozzi, lancia frasi come: "il nuovo consenso si ottiene con il populismo e la finta bontà". Oppure racconta mentre, telecomando in mano, cerca un programma sugli orsi polari in estinzione: "facevano una commemorazione funebre al vecchio, glorioso, Partito comunista. Il tono era quasi commosso: 'Addio vecchio 'compagno' di viaggio, noi ci trasformiamo in un partito democratico, quasi borghese". Brani anche sul traffico di Roma ("esistono delle invenzioni terribili che cambiano la qualità della vita: le megalopoli"), sui proverbi, sui sacerdoti televisivi e sulla castità dei preti, su Miss Italia, sulle lacrime di Claretta Petacci e su Woody Allen a Roma per suonare il suo clarino ("una rottura di coglioni inenarrabile"). Schietroma firma con Daniele Liburdi, Massimo Mescia e lo stesso Sesti, anche soggetto e sceneggiatura del docufilm 'La voce di Fantozzi', è stato presentato alla 74/ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Venezia Classici.
   

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